Don Patriciello: “Gli amici di sinistra non mi perdonano di aver chiamato Meloni”

Un incontro andato nel migliore dei modi. Questa la sintesi di Don Maurizio Patriciello che, intervistato dal Corriere della Sera, fa il punto sulla visita del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Parco Verde di Caivano. Un viaggio annunciato e per certi versi obbligato, dopo che è emerso il caso delle violenze sessuali su due ragazzine di 10 e 12 anni da parte di un gruppo di adolescenti.

In un passaggio afferma: “Ora mi tocca ricevere le telefonate dei miei amici di sinistra. Non mi perdonano di aver aperto le braccia a Giorgia Meloni. Ma se anche De Luca ha detto che qui lo Stato non si è mai visto. Dovevo starmene con le mani in mano?

A seguire, sottolinea: “Do fastidio a molti. Anni fa fui redarguito addirittura da un prefetto. E perché poi? Non ne potevamo più dei fuochi, del fumo e della puzza e durante un incontro pubblico mi rivolsi a una sua collega, chiamandola signora e non eccellenza. Fui quasi accusato di vilipendio. Ma la scena fu ripresa, il video divenne virale e io famoso. Ne guadagnò la lotta contro i boss dei rifiuti. Ringraziai Dio”.

Infine, la promessa: “Io sono un credente. Credo anche alle parole date. Ma se nulla dovesse succedere, se le parole dovessero rimanere parole, allora sarei il primo a fischiare”.

Aggiornato il 01 settembre 2023 alle ore 15:20