Sciopero, Cgil e Uil: “Sessantamila in piazza a Roma”

“Siamo 60mila in Piazza del Popolo”. È questa la stima per la manifestazione di Cgil e Uil, nel giorno dello sciopero generale. Le due sigle sindacali registrano “altissime adesioni” nei trasporti con punte del 100 per cento in alcuni settori come i porti e fino all’80 per cento nella logistica. “Alte” le adesioni, come riferiscono Filt Cgil e Uiltrasporti, anche nei settori sottoposti all’ordinanza di precettazione come il trasporto pubblico locale e ferroviario dove l’adesione media è del 70 per cento. Lo sciopero è stato di 8 ore o intero turno di lavoro a livello nazionale per il pubblico impiego, la scuola, l’università e ricerca, la sanità e gli addetti di Poste. Dopo la precettazione, per il settore dei trasporti, dai bus e metro ai treni – esclusi i voli che sono regolari – lo stop è stato di 4 ore, dalle 9 alle 13. Così come per i vigili del fuoco. Hanno incrociato le braccia per 8 ore anche le lavoratrici e i lavoratori delle regioni del Centro. È la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil: in tutto cinque giornate con scioperi e manifestazioni in 58 piazze, con oltre cento presidi su base territoriale e regionale, che poi coinvolgeranno le regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il primo dicembre. Sicilia e Sardegna si fermeranno rispettivamente il 20 e il 27 novembre. Manifestazioni erano in programma a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso e Roma.

“Noi siamo qui – ha affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini – perché rappresentiamo la maggioranza di questo Paese, di chi paga le tasse e con il lavoro tiene in piedi il Paese e che oggi non viene ascoltato da questo Governo: in questo modo il Governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Noi a differenza del Governo abbiamo in testa di dare un futuro al Paese, ai giovani. Siamo noi che con le nostre tasse paghiamo gli stipendi anche a chi è in politica e nel Governo”, ha aggiunto. “La risposta che c’è oggi in questa piazza dimostra che non il sindacato, non Landini o Bombardieri, ma le persone non vogliono rinunciare alla democrazia e ai loro diritti. Se il Governo è capace di ascoltare, allora cambi idea, smetta di fare cavolate e ritiri la precettazione e finalmente apra la trattativa anche con noi che stiamo avanzando proposte per migliorare questo Paese. Se pensa di non ascoltarci noi continueremo fino a che non otterremo risultati”. Landini ha sottolineato che la precettazione “è un atto che parla da solo e che nella storia democratica e repubblicana di questo Paese non si è mai visto, mai da nessun Governo”. “Tutte le piazze sono strapiene come non si vedeva da anni. Questa giornata è la risposta più bella, forte, intelligente e più ferma che potevano dare a chi ha pensato di precettare e mettere in discussone il diritto di sciopero. Questo è un vero e proprio attacco alla democrazia. E loro non li ha precettati nessuno, hanno scelto di esserci”.

Secondo il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, “questa piazza è una risposta democratica di persone che soffrono, che hanno pagato per essere qui. È una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale. Bisogna avere rispetto dei lavoratori. Poi sui rapporti con la Cisl, continuiamo a fare battaglie sulle proposte unitarie. Per fortuna in Italia c’è il pluralismo sindacale, non c’è il sindacato unico. Chiediamo aumenti salariali, interventi sulla sicurezza sul lavoro e sul fisco”.

Giorgia Meloni, nel corso di un punto stampa a Zagabria, ha detto che “un’autorità indipendente ha segnalato che non c’erano i requisiti di uno sciopero generale. Non è qualcosa che ho deciso io, ho grande rispetto dei diritti dei lavoratori, del diritto di sciopero, ma nel merito posso dire poco perché lo sciopero generale contro la manovra è stato lanciato in estate, quando io la manovra non l’avevo neanche pensata”. Dal canto suo, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini si è detto “orgoglioso che oggi 20 milioni di italiani possano muoversi liberamente perché il diritto allo sciopero di una minoranza non può ledere il diritto al lavoro della maggioranza”. Di tutt’altro tono le parole di Marina Elvira Calderone. “Credo sia legittimo – ha detto la ministra del Lavoro – che i sindacati esprimano le loro preoccupazioni anche attraverso uno sciopero, perché è un diritto che è affermato e riaffermato dal nostro ordinamento. Credo che si debba fare in modo ordinato. Questo non preclude il dialogo e anche, soprattutto da parte nostra, del Governo, la volontà di ascolto che c’è stata in questi mesi e soprattutto credo dovrà caratterizzare anche i mesi e gli anni futuri”.

Aggiornato il 17 novembre 2023 alle ore 16:20