Il Ponte sullo Stretto di Messina si farà

La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è sempre stata considerata, nell’immaginario collettivo, una chimera. Come se fosse tecnicamente impossibile eseguire un progetto che fu ipotizzato, per la prima volta, nel 1969 ovvero ben 55 anni fa. Eppure, le nostre grandi imprese di costruzione e i nostri ingegneri sono universalmente considerati all’avanguardia, per capacità e competenze tecniche, nella attuazione di grandi opere infrastrutturali in tutto il mondo.

Il primo politico visionario, che trasformò una semplice idea in un progetto preliminare, fu il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel 2003. Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti era stato nominato, dal fondatore di Forza Italia, l’ingegnere Pietro Lunardi. L’inizio del cantiere era programmato per il 2004 e per completare l’opera si prevedevano 6 anni di lavori. Nonostante il secondo Governo Berlusconi (XIV Legislatura) sia stato il più lungo della storia repubblicana (3 anni, 10 mesi e 12 giorni), non riuscì a rendere concreto l’idea di unire la Sicilia al resto del Continente europeo.

A raccogliere la staffetta, 21 anni dopo, è il leader della Lega, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che renderà possibile il sogno di moltissimi siciliani e calabresi di vedere realizzata l’infrastruttura per eccellenza, che consentirà lo sviluppo della più grande isola del Mediterraneo. Infatti, in una riunione fiume del Consiglio di Amministrazione della Società Stretto di Messina Spa, l’organo amministrativo ha approvato l’aggiornamento del progetto definitivo della infrastruttura più importante del secolo per la Sicilia e la Calabria. Il Ponte sarà lungo 3,3 chilometri con la realizzazione di altri 40 chilometri di raccordi tra strade e ferrovie. Il costo previsto dell’opera è di 13,5 miliardi di euro, più un miliardo di opere accessorie per complessivi 14,5 miliardi, dei quali: 11,630 miliardi sono stati stanziati con la Legge di bilancio relativa al 2024 fino al 2032, di cui 9,3 miliardi a carico dello Stato, 718 milioni di euro attingendo al Fondo di sviluppo e coesione e 1,6 miliardi a carico di Calabria e Sicilia, oltre alle disponibilità di cassa che ammontano a 780 milioni di euro.

Tutte le attività propedeutiche alla posa della prima pietra, (“indagini archeologiche, geotecniche, geognostiche, bonifiche e predisposizione dei campi base”) dovrebbero iniziare nel giugno prossimo.

Aggiornato il 16 febbraio 2024 alle ore 09:50