Sardegna, Todde vince al fotofinish

Alessandra Todde è la nuova presidente della Regione Sardegna. La deputata pentastellata la spunta sul suo avversario, Paolo Truzzu, per meno di un punto percentuale. Qualche migliaio di voti: 45,3 a 45 per cento. Un successo di “cortissimo muso”. All’una di notte, la candidata del centrosinistra targato Pd-M5s annuncia nel corso di una breve conferenza stampa un concetto semplice: “Sono la prima presidente donna della Sardegna”. Ma l’estenuante scrutinio continua. Con 1.822 sezioni scrutinate su 1.844, Todde è accreditata del 45,3 per cento; Truzzo, del 45. Segue Renato Soru, con la Coalizione sarda, all’8,7 e chiude Lucia Chessa di Sardigna Resiste con l’1. Il centrosinistra esulta con Giuseppe Conte, Elly Schlein, Stefano Bonaccini. “La Sardegna ha scelto la nostra Alessandra Todde. È la prima presidente di regione del M5s, la prima donna alla guida della Sardegna. È una giornata indimenticabile”, afferma il leader dei 5 stelle seguito dal commento entusiasta della segretaria dem: “Cambia il vento, c’era chi non scommetteva neanche che arrivassimo fino a qui”. “Sono molto emozionata perché, come dice Alessandra, quella che si profila, stiamo aspettando fiduciosi gli ultimi dati, è una vittoria dei sardi anzitutto”. Il dato finale è a un passo e Todde è in vantaggio su Paolo Truzzu con una esigua percentuale: lo scrutinio procede con lentezza esasperante e il risultato definitivo, con i decimali, non arriva prima della notte. Ma la tendenza delle ultime ore, quando anche i dati delle grandi città finalmente confluiscono nel portale della Regione, confermano che la candidata del campo largo a guida Pd-M5s è in testa. Anche i leader di Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni parlano di “vittoria straordinaria. Si complimenta il presidente Dem Stefano Bonaccini che applaude anche la segretaria dem.

Che il vento non fosse comunque sfavorevole a Todde lo si era capito dalla mattina, con l’arrivo dei primi dati ufficiali che la davano in netto vantaggio sull’avversario di centrodestra. Poche sezioni, è vero, ma un distacco inaspettato che ha provocato da subito le dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza di governo per cercare di parare il colpo: “Paghiamo il fatto che forse in cinque anni non abbiamo governato proprio brillantemente”, dice a caldo il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda, pronto però, poco dopo, a correggere il tiro: “Stanno arrivando nuovi dati che stanno modificando i primi. Stiamo vincendo in molte sezioni dell’hinterland cagliaritano, nel Sarrabus, nell’Oristanese, in Gallura, nel Sassarese. Non abbiamo mai ritenuto che fosse una passeggiata o una vittoria scontata per noi, si sta invece profilando un testa a testa”. Cautela all’inizio anche nel quartier generale di Alessandra Todde, ma l’entusiasmo era palpabile: “Una finale di Champions League”, l’ha definita Ettore Licheri, senatore e coordinatore regionale del M5s, precisando che si era ancora al primo tempo e che la partita sarebbe stata lunga. Da metà giornata in poi lo spoglio ha visto i due candidati in altalena, un testa a testa segnato dal vantaggio o dalla ricorsa di uno dei due contendenti, che ha convinto sia Todde che Truzzu a non raggiungere le rispettive sedi elettorali, aperte a Cagliari, nell’attesa di un esito più certo. La svolta che ha dato al campo largo il segnale che Todde ce la poteva fare è arrivata con la partenza da Roma sia della segretaria del Pd Elly Schlein che del presidente dei cinquestelle Giuseppe Conte alla volta di Cagliari, dove sono atterrati in serata.

“Non erano tanti quelli che immaginavano una sfida così aperta in Sardegna – diceva il leader pentastellato prima di salire sull’aereo – si va al fotofinish, il risultato è sul filo di lana e può essere deciso da una manciata di voti. Che si vinca o che si perda, però, sarà stato comunque un risultato straordinario e Alessandra Todde merita l’abbraccio di tutta la nostra comunità per il gran lavoro fatto”. Truzzu al momento non parla. Nessuno lo ha visto nel suo quartier generale, deserto ormai da qualche ora, quando si è capito che per il centrodestra non ci sarebbe stato nessun exploit. Chi ha deciso comunque subito di riconoscere la vittoria di Todde è stato Renato Soru, l’ex governatore che ha rotto con il centrosinistra, candidandosi in solitario, finendo però per essere bocciato dalle urne: per via dello sbarramento al 10 per cento per le coalizione resterà fuori dal Consiglio regionale. “I migliori auguri ad Alessandra Todde – dice il patron di Tiscali al suo arrivo nella sede elettorale dove ha ammesso la sconfitta – e a tutta la Sardegna perché possano superare il mal governo piuttosto disastroso di questi ultimi cinque anni e possano davvero fare bene per la nostra regione”.

Maurizio Gasparri ammette la sconfitta. “Non ce lo aspettavamo. Speravamo che la conferma dell’unità della coalizione e il trend nazionale ci favorissero. Ma è una sconfitta da cui trarre lezione”. Così al QN il capogruppo Forza Italia al Senato. “Un errore cambiare cavallo? No, perché era inevitabile. C’era un’aspettativa difficile. Il governo regionale è apparso in difficoltà sulle attese e lo abbiamo pagato alle urne. Non credo che avremmo avuto un risultato migliore con altre scelte”. Fi, gli viene detto, doppia la Lega: “Noi guardiamo al risultato di coalizione, non a quello individuale. Senza contare che 5 anni fa la Lega aveva un accordo con i sardisti: è importante valutare sempre il contesto locale. Poi è possibile che le urne avvertano l’eco di liti e discussioni. Ma alla fine vota la gente, i partiti non possono ordinare di mettere la croce su questo o l’altro candidato. Capisco la dimensione numerica. Però a volte la figura adatta può non coincidere con il partito che prende più voti. Lo diciamo sempre dopo, magari dovremmo tenerlo presente prima”. Gasparri ha rilasciato una intervista anche al Corriere della Sera: “Il capo della coalizione, come faceva talvolta Silvio Berlusconi – dice – potrebbe fare un giro non solo nel suo piano, ma salire al primo, al secondo, al terzo piano del condominio, per guardare in ogni appartamento per cercare il candidato più adatto per vincere”. Rispetto agli avversari: “Non si illudano che ci siano ripercussioni per il nostro governo o che la coalizione abbia sussulti. Per noi invece il messaggio è: non sottovalutare mai gli avversari. Per quanto deboli possano essere le leadership di Conte e Schlein, il blocco di sinistra esiste in questo Paese, ha rappresentanza, da sempre. Considerarli evaporati è non conoscere la storia”, conclude Gasparri.

Intanto, Truzzu ammette la sconfitta. “Stamattina ho chiamato Alessandra Todde e le ho fatto i complimenti. Le ho detto che ci rivedremo in Consiglio regionale. Abbiamo perso davvero per uno sputo, circa duemila voti su 750mila sardi che sono andati a votare. La responsabilità della sconfitta è solo mia”. Sono le prime parole di Paolo Truzzu, ieri in silenzio per tutta la giornata, in una conferenza stampa a Cagliari. “A Cagliari c’è stato più un voto contro il sottoscritto che per la Todde”, ha aggiunto il sindaco e candidato del centrodestra sconfitto. “Ho mandato un messaggio a Giorgia Meloni. Ma la lettura del voto è semplice: non sono state elezioni influenzate da fattori nazionali e il dato che lo prova è il risultato di Cagliari che, più che votare Todde, ha votato contro di me. Sarebbe bastato avere tre-quattro punti in più per vincere l’intera gara. Per questo dico che la responsabilità è mia. Ci sono diverse Sardegna. Abbiamo avuto un grande risultato fuori dai centri urbani”. Le cause del voto di Cagliari? Secondo Truzzu “ci sono tanti fattori: voto disgiunto, cantieri. “Ricorso? Adesso non è tempo di parlare di riconteggio dei voti. Quello lo dovrà fare il tribunale. Una volta che vedremo il verbale faremo delle valutazioni. Certo, con uno scarto così ridotto, si può anche pensare di fare ricorso, so che solo a Cagliari ci sono state mille schede nulle, ma ora non è all’ordine del giorno”.

Aggiornato il 27 febbraio 2024 alle ore 15:59