Caos Pd, Cuperlo: “Ricostruire il Pd per metterlo in sicurezza”

Secondo Gianni Cuperlo è arrivato il tempo di ricostruire il Partito democratico. Il deputato, pur usando il suo consueto eloquio felpato, non risparmia critiche al Pd, colpito dalla questione morale pugliese e piemontese. L’ex candidato alla segreteria, intervistato da Repubblica, è convinto che non si possa “più rinviare un discorso di verità sul partito nuovo, troppe volte promesso e mai realizzato. Se si continua a cavalcare l’idea che il partito organizzato, finanziato e partecipato non serve più perché a contare sono solo gli eletti col loro patrimonio di voti e relazioni la conseguenza per la sinistra è smarrire l’anima”. Per Cuperlo, “c’è stata una rimozione per tutti i 17 anni di vita del Pd. Nel frattempo, si sono svuotate le sedi, si è pensato che quelli che il partito lo costruivano dal basso fossero una zavorra. Ma così in troppe realtà lo si è lasciato nelle mani dei potenti del luogo, di chi in virtù di una carica elettiva ha concentrato ogni scelta, senza rispondere a nessuno se non sé stesso e a una cerchia di sodali”, sottolinea il parlamentare dem. Ora, insiste Cuperlo, “ricostruire il Pd è la condizione per metterlo in sicurezza. Lo dobbiamo ai nostri iscritti, ai segretari che fanno miracoli per tenere i circoli aperti, agli elettori e amministratori che continuano a credere in noi. Penso che serva una regola: tutti gli organismi dirigenti dovrebbero essere composti per metà da non eletti nelle istituzioni, riaprendo anche così il nostro modo di discutere a quelle parti di società che in questi anni sono rimaste ai margini o letteralmente escluse”.

Per la ricostruzione del partito i dem piemontesi invocano un “congresso vero”. Con l’obiettivo di “aprire al più presto una occasione di discussione autentica e aperta, sola possibilità di rianimare sul serio il Pd quale partito della sinistra italiana”. È la richiesta avanzata da un gruppo di ex esponenti Pci e poi Ds, alcuni di quali ancora oggi iscritti al Pd, firmatari di una lettera indirizzata al segretario regionale dem, Domenico Rossi, alla presidente dell’assemblea piemontese Nadia Conticelli, al segretario metropolitano Marcello Mazzù e alla candidata alla presidenza della Regione Gianna Pentenero. L’iniziativa parte dalle considerazioni sulle recenti vicende in Puglia e a Torino. “Le degenerazioni della politica – si legge nel documento – non possono essere rubricate come marginali e secondarie. Ci paiono necessarie scelte e decisioni coraggiose: un gesto, una iniziativa che aprano una fase nuova. Perciò sbaglia chi pensa che basti modificare le liste elettorali per risolvere il problema, rimuovendolo per l’ennesima volta. E sbaglia altrettanto chi immagina di poter sfruttare il malessere e l’emotività per regolare i conti, anche qui senza venire a capo dei problemi che riguardano la natura stessa del Pd”. Da qui la richiesta di “un congresso vero” per “ripartire per ridefinire la politica, le sue forme e rimettere in campo energie e volontà, attorno ai tanti ‘lieviti’ da introdurre nella società: il lavoro e la sua sicurezza, la salute, l’istruzione. Su queste battaglie vanno cercati i favori e i voti, non sui favori e gli scambi”. La lettera è firmata da Beppe Borgogno, Salvatore Coluccia, Claudio Dellavalle, Mario Dogliani, Vincenzo Enrichens, Lorenzo Gianotti, Fiorenzo Girotti, Rocco Imperiale, Rocco Larizza, Laura Marchiaro, Maria Luisa Masturzo, Gian Guido Passoni, Igor Piotto, Sergio Roda, Francesco Romanin, Maria Grazia Sestero, Lorenzo Simonetti, Tullia Todros.

Aggiornato il 15 aprile 2024 alle ore 17:13