Rai, la Lega ripropone il taglio del canone: Forza Italia è contraria

La Lega torna a puntare su un vecchio cavallo di battaglia. Per il Carroccio è necessario tagliare il canone Rai. In un emendamento alla manovra in versione riformulata che rientra tra i segnalati del gruppo (prima firma del senatore leghista Giorgio Maria Bergesio), viene richiesto di recuperare la norma della legge di bilancio del 2024 che riduceva l’importo annuale da 90 a 70 euro. La norma è stata però abrogata dal successivo decreto legislativo del 5 novembre 2024 numero 174. Nel testo dell’emendamento, anticipato nei contenuti da Repubblica e Il Messaggero, si fa esplicito riferimento all’articolo 1, comma 19, della legge 30 dicembre 2023, numero 213, chiedendo che “le parole: per l’anno 2024 siano sostituite con le seguenti: per l’anno 2026”. L’intento è quello di riproporre l’anno prossimo la misura che tagliava il canone di 20 euro e si prevede anche che alla copertura pari a 430 milioni di euro si provveda mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica. Ma andando a ricercare il comma 19 di quella manovra, se ne scopre l’abrogazione. Il comma non compare, cioè, più nel testo di legge preso a riferimento. È il decreto legislativo di novembre 2024, cioè il Testo unico dei tributi erariali minori, che riporta invece che “il canone di abbonamento alle radioaudizioni per uso privato è stabilito in ragione di anno solare nella misura di 90 euro annui. La misura del canone di cui al primo periodo è rideterminata in 70 euro per l’anno 2024”.

Intanto, Forza Italia si oppone decisamente al taglio. Il capogruppo dei senatori Maurizio Gasparri ritiene “che l’ammontare del canone Rai vada mantenuto per un equilibrio di mercato”. A suo avviso, “c’è un problema di equilibrio di risorse pubblicitarie, anche perché la rete che assorbe risorse. Qualche anno fa il canone è stato ridotto e la Rai è stata risarcita con risorse del Tesoro e quindi dei cittadini. È una partita di giro che non serve a niente. Il servizio pubblico deve avere certezza di risorse come prevede l’European Media Freedom Act. Questo emendamento della Lega, quindi, non è in linea con la direttiva”.

Bergesio non nasconde il proprio disappunto. “Spiace – dice – l’avversione al nostro emendamento sul canone Rai. Si tratta di una proposta di buonsenso a tutela degli utenti. Una volta Forza Italia era a favore del taglio delle tasse per i cittadini”. Sulla querelle interviene anche il Codacons. Per l’associazione dei consumatori, “un eventuale taglio del canone Rai da 90 a 70 euro determinerebbe un risparmio economico per le famiglie pari a circa 430 milioni di euro annui”. Nei giorni scorsi era stato proprio il Codacons a evidenziare come “la manovra del governo, nonostante i tanti proclami dei partiti, non avesse previsto alcun taglio del canone Rai. Il canone di abbonamento alla televisione, dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo, genera introiti per circa 1,9 miliardi di euro annui, e dal 2016 è stata introdotta la presunzione di detenzione dello stesso apparecchio nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica: i titolari sono quindi tenuti al pagamento del canone mediante addebito nella fattura della luce”. L’associazione, tuttavia, ribadisce come “i tempi siano oramai maturi per procedere a una abolizione totale del canone Rai, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria”.

Aggiornato il 20 novembre 2025 alle ore 16:21