Sicilia: due quotidiani convolano a nozze

Giornali quotidiani in movimento. In arrivo una nuova fusione tra il “Giornale di Sicilia” e la “Gazzetta del Sud” dopo quella operata dal gruppo editoriale Gedi tra “la Repubblica” (che in questi giorni si è rifatta il look), “La Stampa” e “Il Secolo XIX”. Soldi per “Il Sole 24 Ore” dalla ricapitalizzazione da 50 milioni, 30 dei quali garantiti dalla Confindustria che ne è l’azionista di maggioranza.

Le nozze editoriali tra Messina e Palermo costituiscono il grande evento del panorama industriale del Mezzogiorno dove la lettura è tradizionalmente carente. L’idea era maturata quattro anni fa ma occorreva tempo per realizzarla. La spinta è arrivata quando nel mese di ottobre la Società Editrice Siciliana (Ses), proprietaria della “Gazzetta del Sud”, ha acquistato le quote di controllo del “Giornale di Sicilia”, con l’obiettivo di unire le forze per un’informazione completa e multimediale estesa a gran parte del Sud.

Il completamento dell’operazione avverrà a febbraio 2018 quando le due testate, considerate gemelli diversi, renderanno noto il piano industriale e si presenteranno ai lettori con una veste più moderna tra cui il “full color” per il “Giornale di Sicilia”, già da tempo in vigore a Messina.

I due principali artefici della nuova realtà editoriale, l’amministratore delegato di Ses Lino Morgante e l’editore Antonio Ardizzone entreranno nei rispettivi consigli di amministrazione ed avranno rispettive quote azionarie. Diverrà un gruppo multimediale perché in dotazione avrà anche le televisioni “Tgs” e “Rtp” con i rispettivi siti web e le radio “Rgs” e “Antenna dello Stretto”.

La più lunga storia è quella del “Giornale di Sicilia” nato nel maggio 1860 in piazza Pretoria all’indomani dell’occupazione garibaldina. Ed è legato alla famiglia Ardizzone da subito dopo l’Unità d’Italia quando ne assunse la guida Girolamo nel momento delle delusioni postunitarie che culminarono nella rivolta del 1866. Con l’ascesa al potere della Sinistra la posizione indipendente del giornale ebbe qualche difficoltà ma la sua informazione in prima linea si consolidò in tutta l’Isola. Altri problemi arrivarono con il regime fascista e durante la Seconda guerra mondiale. Sposò la tesi della monarchia al Referendum con il direttore Giacomo Etna e fu uno dei pochi giornali che non aggiunse il termine “nuovo” alla testata. Alla direzione del giornale si sono alternati, con qualche parentesi, vari componenti della famiglia Ardizzone-Pirri fino all’attuale Antonio Ardizzone.

Più giovane la “Gazzetta del Sud” in edicola dal 13 aprile 1952 fondata dal cavaliere del lavoro Uberto Bonino, industriale e deputato all’Assemblea costituente. Dalle prime edizioni, solo per Messina e Reggio, la diffusione ha raggiunto le altre province siciliane e dal 1995 anche le zone di Crotone e Vibo Valentia. Sempre al passo con le innovazioni tecnologiche nel 1968 con il direttore Antonino Calarco la Gazzetta è passata alla videoimpaginazione e con la rotativa Commander può stampare un quotidiano “full color” fino a 96 pagine. Calarco è stato senatore della Dc. Dal 2006 il giornale è stato modificato nella sua impostazione grafica e impaginazione, diventando interamente a colori e in formato tabloid. Dal 2012 il caporedattore Alessandro Notarstefano è diventato direttore e l’altro caporedattore Lino Morgante dirigente editoriale.

Aggiornato il 25 novembre 2017 alle ore 09:33