Maxi-blitz dei Ros contro clan baresi: 104 arresti

I carabinieri del Ros hanno effettuato centoquattro arresti nel Barese. Un maxi-blitz antimafia contro la criminalità organizzata pugliese, nell’ambito dell’operazione “Pandora”. I militari hanno eseguito a Bari e in altre località italiane, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di centoquattro affiliati ai clan “Mercante-Diomede” e “Capriati”. Si tratta di un provvedimento che nasce da un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. Sono stati ricostruiti gli assetti organizzativi, le attività criminali e la capacità di infiltrazione dei clan nel tessuto economico e sociale della città e della provincia di barese. Grazie ai Ros si è riusciti a documentare i rituali di affiliazione, la disponibilità di armi anche da guerra, soprattutto kalashnikov. Il cuore dell’inchiesta riguarda i rapporti con esponenti della Società, la criminalità organizzata foggiana, e della Sacra Corona Unita di Lecce.

Tra gli arrestati, quale partecipe del clan “Mercante-Diomede”, figura anche Roberto De Blasio, imprenditore barese, titolare di una società di vigilanza privata e vicepresidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura di Molfetta. L’uomo si sarebbe “letteralmente infiltrato nell’antiracket”, ha detto il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe. All’imprenditore, la Dda contesta il reato di associazione mafiosa. Dagli atti risulta che il suo ruolo di partecipe nell’organizzazione sia stato formalizzato con un vero e proprio rito di affiliazione. Frattanto, il ministro dell’Interno Matteo Salvini plaude all’operazione dei Ros. “Sono grato all’Arma dei carabinieri – ha detto – per il lavoro che quotidianamente svolgono gli uomini e le donne in divisa nella lotta alla criminalità. E mi complimento per l’operazione che oggi a Bari ha smantellato un’organizzazione criminale di così ampia portata”. Salvini ha detto che sarà a Bari “non appena possibile. La lotta alla mafia è una delle mie priorità. Intendo potenziare l’Agenzia per i beni confiscati e accelerare le procedure perché i beni sottratti ai mafiosi tornino alle comunità locali per essere utilizzati per fini sociali e attività imprenditoriali a favore dei cittadini onesti”.

Nel frattempo, si è registrato l’atto d’accusa del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. Il quale, intervenendo alla conferenza stampa sugli arresti per mafia eseguiti oggi dai Carabinieri del Ros, ha detto che “Bari è una Procura di punta nel contrasto alle mafie. Lasciarla priva di una sede, senza gli elementi necessari per sviluppare il proprio lavoro, è gravissimo”. Per il sindaco di Bari Antonio Decaro, i centoquattro arresti eseguiti oggi sono un “importante colpo alle organizzazioni criminali baresi inferto da magistratura e forze dell’ordine, spesso costretti a lavorare in condizioni di grande difficoltà”. La vicenda del Palagiustizia è solo l’esempio più eclatante, dato che l’immobile di via Nazariantz, dove hanno sede gli uffici di Procura e Gip, è inagibile perché a rischio crollo e da tre settimane le udienze penali di rinvio si celebrano in una tendopoli. “Davanti a questi risultati – ha aggiunto Decaro – noi chiediamo in modo ancor più forte che lo Stato si faccia carico in termini prioritari di garantire il funzionamento della giustizia in condizioni dignitose, decretando lo stato di emergenza per velocizzare le procedure di trasferimento delle funzioni giudiziarie in un’altra sede. Ad oggi non possiamo che ringraziare ancora una volta per lo straordinario lavoro che la Magistratura inquirente sta portando avanti nonostante le condizioni assurde in cui è costretta a operare”.

Aggiornato il 18 giugno 2018 alle ore 14:01