“Time” cambia proprietà, al “Sole” un nuovo direttore

Il magazine americano “Time”, circa 100 milioni di lettori in tutto il mondo, ha cambiato proprietario. Marc Benioff, il fondatore dell’azienda di sistemi informatici cloud Salesforce, e la moglie Lynne hanno sborsato ben 190 milioni di dollari (in Usa dicono in contanti) per avere il controllo del settimanale. Si consolida così il fenomeno dell’acquisto dei grandi giganti dell’economia Usa di giornali e media. Lo aveva già fatto Jeff Bezos, ceo di Amazon, l’uomo considerato più ricco del mondo, quando aveva deciso di acquistare per 250 milioni di dollari il prestigioso “Washington Post”, il quotidiano del Watergate ed ora all’assalto del presidente Trump. Anche la vedova di Steve Jobs ha comperato “The Atlantic”. Cambiano i titolari ma i giornali usufruiranno di una vita aziendale economica e finanziaria autonoma. Si assiste negli Usa ad un rimescolamento di carte e l’editoria è sempre stata appetibile da parte dei colossi economici. Di mezzo ci sono anche operazioni fiscali favorevoli. E in Italia? Le rilevazioni dei quotidiani più diffusi (carta più digitale) fatte dall’Ads nel mese di luglio, segnalano una certa ripresa dell’editoria italiana. Boom degli “sportivi”, come era nelle previsioni in conseguenza del mondiale di calcio in Russia.

Il “Corriere della sera” del gruppo Rcs, guidato da Umberto Cairo, che è a capo anche de “La 7” e di una catena di periodici in prevalenza di notizie del mondo dello spettacolo e della squadra di calcio Torino, resta sempre al primo posto. Al secondo posto si piazza “la Repubblica”, guidata da Mario Calabresi, che perde un po’ rispetto a giugno 2018, a riprova delle difficoltà del quotidiano messe in evidenza da un comunicato del comitato di redazione che ha ottenuto dall’assemblea la possibilità di gestire cinque giorni di sciopero, a seguito delle comunicazioni aziendali del gruppo Gedi di ulteriori tagli. La diffusione dei due maggiori quotidiani italiani è: 287mila per il “Corriere” e 223mila per “Repubblica”. Quasi 65 mila copie al giorno di differenza. Di rilievo a luglio la media della “Gazzetta dello sport” di 189.606 copie al giorno con un aumento del 12,3 per cento sul mese di giugno.

La ripresa del campionato di calcio e della Champions League fanno ritenere che il trend continui. Non c’è pace al giornale della Confindustria che ha cambiato di nuovo direttore. Fabio Tamburini è stato nominato dal Cda, presieduto da Edoardo Garrone, direttore del “Sole 24 ore”, “Radiocor”, “Radio 24” e di tutte le testate del gruppo, succedendo a Guido Gentili, che era subentrato al dimissionario Roberto Napoletano. La decisione, arrivata a metà settembre, dopo il ripiegamento del quotidiano (-5,4 per cento e 160mila copie invece delle 109mila di giugno). Al quinto posto troviamo “La Stampa” di Torino, con 155mila copie grazie agli avvenimenti del pianeta Fiat-auto-Juve, ma anche per la specializzazione in politica estera del direttore Maurizio Molinari. Ha perso quasi il 3 per cento “L’Avvenire”, il quotidiano della Conferenza episcopale, sceso a 106mila copie da 110. Bene al settimo posto “Il Messaggero” che ha sfiorato le 105mila copie con un più 4,6 per cento, a dimostrazione della forza della cronaca del quotidiano di via del Tritone. In crescita il trio “Q-Il Resto del carlino” (oltre 96mila copie), “Q-Nazione” (70mila) e “Q-Il Giorno” 47mila) del neopresidente della Fieg Andrea Monti Riffeser. In buona salute “Il Corriere dello sport” (87mila copie) e “Tuttosport” che da 50 è passato a 61mila copie. Male “Il Giornale” che ha scioperato un giorno, segnale della manovra di disimpegno sulla carta stampa della famiglia Berlusconi, concentrata sui libri, sulle radio e sulla televisione.

Aggiornato il 21 settembre 2018 alle ore 12:35