Mafia, Parlano due nuovi pentiti: 7 fermi a Palermo

Volevano ricreare la Cupola. Fermate sette persone a Palermo. Il blitz antimafia è avvenuto all’alba di oggi. L’inchiesta è stata coordinata dal capo della Dda palermitana Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Roberto Tartaglia e Amelia Luise. È finito in manette anche Leandro Greco, detto “Michele”, nipote del boss Michele Greco, detto il “Papa”. Le indagini fanno seguito al provvedimento emesso il 4 dicembre 2018, quando è stata scoperta la nuova Commissione provinciale di Cosa nostra e aveva portato al fermo di 47 tra boss e gregari.

Secondo gli inquirenti, a quella riunione, hanno partecipato “altre due figure di vertice dell’organizzazione mafiosa”: lo stesso Greco e Calogero Lo Piccolo, figlio di Salvatore Lo Piccolo, “capo-mandamento mafioso di San Lorenzo”, sostengono i pm. Il fermo riguarda anche Giovanni Sirchia. Si tratta di un “affiliato di spicco della famiglia mafiosa di Passo di Ridano, che ha partecipato – dicono gli inquirenti – all’organizzazione della riunione della commissione provinciale, occupandosi in particolare della consegna dei messaggi di convocazione della riunione, nonché di accompagnare alcuni affiliati presso il luogo prescelto per la riunione”.

A fare i loro nomi sarebbero stati due mafiosi del calibro di Francesco Colletti e Filippo Bisconti, diventati collaboratori di giustizia. I due “hanno confermato la rispettiva posizione di capi mandamento di Villabate e di Belmonte Mezzagno”. Entrambi hanno confermato la “riorganizzazione della Commissione provinciale di Cosa nostra specificando le dinamiche interne alla stessa – dicono i magistrati – e hanno fornito anche importanti elementi a sostegno delle accuse nei confronti di Michele Greco e di Calogero Lo Piccolo, arrestati oggi, nonché di Giovanni Sirchia”. Fermati anche Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola, nei confronti del quale è stato contestato il reato di associazione mafiosa, nonché alcune fattispecie di estorsione aggravate dal metodo mafioso, eseguite nel territorio del mandamento mafioso di San Lorenzo e Tommaso Natale.

Aggiornato il 22 gennaio 2019 alle ore 15:34