Conflitti tra poveri per qualche voto in più

Siano immigrati sbarcati dall’Africa o Rom, alla fine la sostanza è sempre la medesima: dove li mettiamo? Come se, quelle persone, fossero semplici pacchi da spostare da un luogo all’altro senza alcun tipo di scrupolo o criterio di sorta.

Il famigerato “contratto del nulla” stipulato tra le due forze attualmente al governo faceva sapere che sono circa 500mila gli irregolari che dovranno essere espulsi entro diciotto mesi. Roba da far ridere anche il più sprovveduto dei polli, eppure molti elettori hanno abboccato.

Poi arrivano le ruspe che smantellano i campi nomadi e baraccopoli varie situati qua e là ed i cui abitanti vengono poi “distribuiti” ovunque e senza criterio. A risentirne, come indegna conseguenza di una evidente incapacità a gestire il fenomeno, sono assai spesso quelle periferie delle città italiane che da decenni soffrono già di loro, con i loro irrisolti problemi, che vengono maltrattate (se non addirittura neppure trattate) e costrette a vivere abbandonate ingiustamente alla loro marginalità.

Però si sa: quando vengono innescati i “conflitti tra poveri”, i poteri costituiti hanno più facilità di “farsi belli”, di far propaganda nel tentativo di dimostrare che loro sono i migliori. Di fatto, però, la realtà dice altro e cioè che il problema, così procedendo, non verrà mai risolto e servirà soltanto a raccattare al momento qualche consenso elettorale in più.

Aggiornato il 04 aprile 2019 alle ore 11:52