Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Negli ultimi giorni i post di giornali anche importanti hanno pubblicato la notizia che una ragazza olandese, tale Noa, per motivi di grave depressione, ha chiesto e ottenuto l’eutanasia. Oggi si scopre che se i giornali “di Stato” avessero verificato la notizia sui media ufficiali olandesi, avrebbero scoperto che la ragazza, a cui era stata rifiutata l’eutanasia, si è suicidata. Ora io mi chiedo: se anche i giornali diffondono fake news, come possono portare avanti una campagna di repressione delle fake news? Ma questa è un’altra storia.

Come già scrisse Cesare Pavese, che cito nel titolo, la morte è sempre amara, soprattutto per la diciassettenne olandese Noa Pothoven che, a seguito di uno stupro, è caduta in un forte e continuativo stato depressivo. Noa soffriva di disturbi da stress post traumatico, depressione, anoressia e autolesionismo. Ha tentato più di una volta il suicidio. Non riusciva ad andare più a scuola. Si sentiva sempre sporca e si era ritirata a vita privata, reclusa in quella casa in cui si sentiva protetta ma mai serena, poiché i mostri Noa se li portava dentro. Nella sua autobiografia “Winnen of leren” (Vincere o imparare), raccontava le violenze sessuali che aveva subìto. Eppure, anche i Paesi Bassi, così permissivi, hanno ritenuto opportuno rimandare la richiesta della giovane a quando avrebbe compiuto 21 anni, sperando in un ripensamento. Così non è stato e la ragazza, complici i genitori, provati anch’essi dalla sofferenza della figlia, ha smesso di mangiare e di bere. È stata tale la determinazione di Noa che è morta.

I suoi occhi, per dirla come il poeta, erano diventati una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Non riusciva più ad accettare di essere parte attiva di questa vita. Non si pensi che quello di Noa sia un caso isolato. I Paesi del Nord Europa, così evoluti in termini sociali ed economici, attraversano da decenni un grave periodo di crisi psicologica: solitudine, egocentrismo, apatia, deviazioni, violenze domestiche. Per averne un’idea, consiglio di guardare il film “Millennium. Uomini che odiano le donne” tratto dalla serie di romanzi di successo dello scrittore Stieg Larsson, ucciso a Stoccolma nel 2004. Il romanziere-giornalista apre un vaso di pandora in cui la società è appestata dalla piaga delle violenze domestiche ad ogni livello, attraverso approfittatori, libidinosi, violenti stupratori “di Stato”. La protagonista del film ce l’ha fatta, Noa invece no. Si è lasciata morire, si è “eutanasiata” da sola. Voleva entrare nel gorgo, muta, e vedere, finalmente, se la vana speranza che chiamiamo vita sia tale o se sia il nulla.

Aggiornato il 06 giugno 2019 alle ore 11:13