Enzo Tortora, morire di malagiustizia

Il 17 giugno 1983 l’Italia si macchiava dell’onta, indelebile, dell’arresto di Enzo Tortora e della sua kafkiana vicenda giudiziaria. Trentasei anni dopo quello che accadde a lui può ancora accadere, e sovente accade, a chiunque.

Ciò significa che Tortora è morto di “malagiustizia” invano e continuerà a morire invano finché non sapremo riformare profondamente l’ordinamento che ha generato autentici crimini quale quello che gli toccò subire.

A giudicare dalle reazioni che le istituzioni tutte stanno avendo attorno alla vicenda del Csm, e ai molti segreti di Pulcinella che quella triste storia sta portando a galla, Enzo Tortora dovrà continuare a lungo a dormire il più ingiusto dei sonni di un uomo giusto.

Aggiornato il 20 giugno 2019 alle ore 12:06