È una vecchia leggenda del Duecento, quella della Papessa Giovanna, donna inglese ma educata a Magonza, che travestita in abiti maschili venne ordinata monaco col nome di Johannes Anglicus per salire nel IX secolo al soglio pontificio, con il nome di Giovanni VIII. Parrebbe anche che la Papessa fosse anche alquanto licenziosa e restata incinta partorì prematuramente durante la solenne processione di Pasqua nei pressi della Basilica di San Clemente. Scoperto il segreto della sua vera natura, la papessa Giovanna fu lapidata dalla folla inferocita e sepolta in un luogo ignoto, tra San Giovanni in Laterano e San Pietro.

Oggi che il Medio Evo è finito, e con lui anche il Rinascimento, il Barocco e persino l’Età Romantica ci ritroviamo invece la realtà femminista e rigorosamente Lgbt di Eva Brunne. Infatti costei è la prima donna vescovo, dichiaratamente lesbica, al mondo, consacrata tale dalla Chiesa Luterana di Svezia nel 2009 e sposata, in perfetta coerenza, con la donna pastore Gunilla Lindén a sua volta madre.

E sin qua potremmo anche ignorare il fatto, che in fin dei conti riguarda il protestantesimo svedese di matrice luterana (anche se dubito che il vecchio Martin una cosa simile se la sarebbe digerita facilmente), se non fosse che “La Vescova” ha subito chiesto che venissero rimosse le croci e altri simboli cristiani presenti nella Chiesa dei Marinai di Freeport, a Stoccolma, in nome della tolleranza e del politically correct così da evitare che i marinai stranieri, seguaci di religioni differenti come l’Islam, “possano essere offesi”. Forse dovrebbero far sapere alla “sacerdotessa” che i fedeli islamici non entrano in chiesa ma cercano altrove i loro luoghi di culto giustamente orientati alla Mecca, che di fatto ai musulmani del crocifisso importa poco o nulla tranne ai fanatici ignoranti, infine che arriva ultima anche nella propria fede, perché l’iconoclastia luterana e poi protestante più in genere, ha già fallito da molti secoli.

Per contrappasso molti fedeli all’Islam hanno già minacciato ripercussioni fisiche sulla “Vescova” addirittura con una sua possibile ed effettiva defenestrazione direttamente dalla Chiesa, anche perché per la loro religione lei rappresenta un abominio che non soltanto non ha diritto alla parola ma, per di più, vive contro natura. L’omosessualità per la Sharia è punibile con la morte.

La cosa divertente è che un altro sacerdote, sempre appartenente alla stessa fede della Brunne, le ha fatto notare come la cosa non sia possibile e soprattutto quale sia il livello d’ignoranza della mitriata. Si è aggiunto al coro, poi, il direttore della chiesa dei marinai, Kiki Wetterberg, il quale ha affermato sul giornale Dagen che rimuovere i simboli cristiani è del tutto inutile: “Non ho alcun problema con i marinai musulmani o indù che vengono qui e pregano. Ma credo che siamo una chiesa cristiana, quindi manteniamo i simboli. Se visito una moschea, non chiedo loro di togliere i loro simboli. È solo mia la scelta di entrare”.

Quindi, teniamoci la leggenda oscura e sanguinaria della Papessa Giovanna, e l’omonima carta dei Tarocchi, teniamoci le sole e vere due “papesse” che ebbe la cristianità romana, cioè Lucrezia Borgia nel Rinascimento e Donna Olimpia Pamphili nel dorato Seicento e lasciamo a Eva Brunne tutti i propri deliri color arcobaleno.

Aggiornato il 23 ottobre 2019 alle ore 10:56