Mimun in pensione ma tornerà al Tg5

Fattorino, redattore, inviato, direttore di quattro diversi telegiornali. Ora in pensione. Clemente Mimun non ha intenzione però di mollare il comando del Tg5 per lungo tempo. Anche l’azienda sembra d’accordo nel consentire a Mauro Crippa, direttore di Videonews, di dirigere la principale testata del gruppo Fininvest-Mediaset per qualche mese. Dopo 13 anni alla guida del Tg5, fondato nel 1991 con i giornalisti Emilio Carelli, Lamberto Sposini, Enrico Mentana, Cristina Parodi, Cesara Buonamici, non sembra giunto per Clemente Mimun il momento del bilancio della sua gestione giornalistica. Il gruppo della famiglia Berlusconi è alle prese con la lunga telenovela dei contrasti con i francesi di Vivendì dell’imprenditore bretone Bollorè per varare la holding nella quale il “Biscione” vuole concentrare tutte le attività e partecipazioni con direzione ad Amsterdam. Dopo la decisione del Tribunale olandese di accogliere il ricorso dei francesi il gruppo fondato da Silvio Berlusconi ha comunicato che presenterà un nuovo piano per la nascita del Mfe senza la fusione con la Spagna.

Sono giorni e mesi di riflessione a Cologno Monzese e la decisione tecnica della pensione di Mimun (ha compiuto 67 anni) dovrebbe consentire di valutare meglio gli sviluppi futuri senza indebolire il settore dell’informazione italiana. Mimun era succeduto nel 2007 come direttore a Carlo Rossella ma aveva l’ictus che lo colpì nel 2011 non rallentò che per poco tempo il dinamismo di un professionista che seppe reagire alla fase dei “cupi pensieri”. Ha raccontato lui stesso l’infortunio scrivendo il libro “Ho visto cose” pubblicato da Mondadori. “Da bomba di energie quale ero mi sono ritrovato ad essere semiparalizzato”. Ma con il “culto del lavoro” e l’abnegazione dei fisioterapisti dell’ospedale di neuroriabilitazione Santa Lucia di Roma, Mimun ha saputo dare al giornalismo un grande esempio di professionalità.

Nato a Roma da genitori di religione ebraica si mette in luce giovanissimo nella trasmissione di Renzo Arbore “Bandiera gialla” ha iniziato l’attività giornalistica all’Ansa e al settimanale Europeo per passare in Rai nel 1983, su segnalazione del socialista Claudio Martelli, come era consuetudine all’epoca da parte dei partiti, sindacati, Vaticano di indicare qualche giovane promettente. Inizia al Tg1 come redattore ordinario per poi passare ai servizi “speciali” e a quelli parlamentari. Nel mondo del giornalismo degli ultimi quaranta anni Mimun è tra coloro che sono stati sempre ai vertici. Dopo il primo passaggio in Fininvest facendo parte del gruppo che fondò il Tg5 torna in Rai a dirigere il Tg2 prendendo il posto di Paolo Galimberti e dove apporta notevoli novità, tra cui i supplementi “costumi e società”, Salute dopo il telegiornale delle 13 condotto dalle giornaliste donne.

Per quattro anni va a dirigere il Tg1 portandolo a surclassare la concorrenza del suo amico Enrico Mentana a Tg5. Non si è sottratto alle polemiche, anche aspre con Indro Montanelli e Marco Travaglio e conduce il primo faccia a faccia tra Berlusconi e Romano Prodi per la campagna elettorale del 2006, che registrò 16 milioni di spettatori. Il 3 luglio 2007 torna in Fininvest per guidare il rinnovato telegiornale del gruppo. Ha visto tante cose da pulpiti privilegiati ma non ha nessuna intenzione di ritirarsi ai giardinetti. La sua grande avventura giornalistica non sembra ancora giunta al traguardo. Non è facile restare sulla breccia per tanto tempo, rimanendo indenni dalle critiche. In questi giorni tocca a Enrico Mentana essere insultato e minacciato sui social con una pioggia di post per una vecchia frase sui migranti.

Aggiornato il 05 settembre 2020 alle ore 12:44