Il polo europeo tv va avanti per Mediaset

In salita la creazione del polo paneuropeo della tv gratuita. Mediaset tuttavia non ha alcuna intenzione di fermarsi nonostante il duro scontro in corso con il gruppo Vivendi del bretone Vincent Bolloré. È sceso in campo direttamente Pier Silvio Berlusconi con un’ampia intervista alCorriere della Sera. Si sta giocando una delicata partita sugli incroci tra tv e telecomunicazioni che coinvolge anche Tim e Sky dopo la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, che libera le quote congelate dei francesi nel gruppo del Biscione da parte dell’Agcom e il varo dell’emendamento anti-scalate da parte del Parlamento. Leggi, ricorsi, risarcimento danni, contatti per una eventuale pace industriale Milano-Parigi: prosegue tra alti e bassi il confronto Mediaset-Vivendi. Ma l’attenzione del gruppo francese è rivolta anche a Tim in vista del rinnovo del Consiglio di amministrazione e dell’eventuale rete unica dopo l’accordo strategico tra Tim guidata da Luigi Gubitosi e Comau (l’azienda del gruppo Fca) guidata da Paolo Carmassi, per accelerare l’adozione del 5G. Il gruppo francese detiene il 28,5 per cento delle azioni e 29,9 per cento dei diritti di voto in Mediaset nonché il 24,4 delle azioni Tim. Doveva scegliere secondo l’Autority per non incorrere in uno dei capisaldi della legge Gasparri sul divieto di detenere contemporaneamente quote che mettano in pericolo il pluralismo.

Secondo la Corte del Lussemburgo le misure nazionali volte a proteggere il pluralismo dei media devono rispettare le libertà economiche del Trattato Ue. Da questa impostazione discende la necessità che l’Italia riveda le norme della legge Gasparri che vieta a chi detiene oltre il 40 per cento dei ricavi del Sistema integrato delle comunicazioni (Sic) di acquisire oltre il 10 per cento dei ricavi dello stesso Sic, calcolati in circa 20 miliardi di euro. Non è semplice mettere a posto i vari tasselli. Tutti i nodi di quello che è avvenuto dopo la sentenza del 3 settembre della Corte devono essere sciolti. Le mosse di Cologno Monzese sono state spiegate da Pier Silvio Berlusconi, precisando che la strategia di crescita europea, attraverso il varo di “Media for Europe”, va avanti dopo l’acquisizione della quota di maggioranza della tedesca “ProsiebenSat”. È convinzione dei vertici del Biscione che “la tv generalista ha aumentato la sua centralità, sia come mezzo di informazione, in termini di affidabilità, sia come palcoscenico d’intrattenimento per avere delle pause leggere in un periodo così difficile”. In periodo di Covid, tutta la televisione italiana ha aumentato ascolti e Mediaset ha guadagnato quote.

Secondo il vicepresidente esecutivo e Ceo (Chief executive officer) del gruppo delle tv c’è un segnale positivo: la ripresa della pubblicità. Mediaset genera la metà dei contatti pubblicitari prodotti da tutte le televisioni. Questo andamento consentirà di chiudere il bilancio 2020 con un utile importante e la posizione finanziaria netta consolidata migliorerà di circa 200 milioni di euro. L’altro fronte internazionale con cui fare i conti è quello dei giganti del web che sfuggono ai controlli fiscali e mancano di trasparenza. È una battaglia che non si affronta da soli. La Commissione europea di Bruxelles ha in corso l’esame di un dossier sull’espansione dei grandi gruppi del web, con particolare riferimento a Google con i suoi sussidiari YouTube e Chrome, Facebook, Instagram, Twitter, Apple, Microsoft. In rete in c’è di tutto: spopolano video parodie e videogiochi. Il timore sono le campagne di screditamento e non c’è dubbio che le informazioni sono l’arma del terzo millennio.

Aggiornato il 22 dicembre 2020 alle ore 11:42