La facile “manipolazione” della società

Ci sono periodi storici nei quali il sistema di manipolazione sociale risulta più facile ad applicarsi; tali fasi si verificano quando la “parabola sociologica”, cioè quella curva che disegna un ciclo sociale, è al termine del suo percorso, ovvero nel punto più basso della curva discendente. In questa fase la società manifesta, nel suo complesso, un “minimo” rappresentato generalmente da una forte carenza etica, accompagnata da scarsità in ambito culturale, politico, economico e morale, ma soprattutto mostra un complessivo disorientamento. In questo scenario di penurie, la “società” è particolarmente sensibile a vari stimoli quali il pensiero unico, la credulità, la quasi assenza di analisi e di critica, solo per citare alcuni aspetti. È qui che la “manipolazione sociale” attecchisce in modo straordinario, aiutata da una serie di informazioni uniformate, indotte con modalità assillante, che indirizzano i discorsi e le attenzioni su un unico tema o argomento.

Ma che cosa è e come si esprime la manipolazione? Potremmo sintetizzare la risposta con il concetto di uso di uno stratagemma volto a influenzare gli altri senza convincerli attraverso l’argomentazione logica, non necessariamente indispensabile in questo momento, ponendo la “proposta” come un’azione finalizzata al bene della società. Un esempio: una campagna di prevenzione sanitaria o stradale.

Il confine tra tecniche manipolative e semplici trucchi comunicativi è indefinito. Tuttavia i due esempi si hanno generalmente dai media: quando una notizia, che può essere utile ad una sorta di “regista occulto”, viene somministrata in “dosi” pesanti e per lungo tempo, con aggiunta di risvolti tesi ad inculcare timori, questa ha un effetto globale sulla società e rientra nella fattispecie di “tecnica manipolativa”; il “semplice trucco” si potrebbe esplicitare con una affermazione “dichiarata solennemente” da un personaggio anche artificialmente accreditato, accompagnata da un esempio semplice, dove gli individui si trovano o coinvolti o loro stessi ricalcanti l’esempio.

Ognuno reagisce in modo diverso alle manovre manipolative, tuttavia se il soggetto mostra una certa libertà intellettuale e ha una dinamica vita sociale, è meno cedevole delle persone più isolate o prive di elasticità mentale.

Esistono molte tecniche manipolative e una di queste è conosciuta come “engagement”. Brevemente, consiste nel chiedere un piccolo impegno, magari con poco sacrificio e poi, una volta ottenuto, chiederne uno più importante. Ad esempio, far adottare una piccola restrizione, per poi “imporne” una più gravosa; in tal modo si testano i margini di “resistenza” della società all’accettazione di una imposizione.

L’effetto Forer può essere un altro esempio di “effetto di convalida soggettiva”. Fu sperimentato dallo psicologo americano Bertram Forer nel 1949 e fu condotto sui suoi studenti che furono sottoposti ad un test sulla propria personalità. Forer consegnò un falso risultato del test dando una unica risposta uguale per tutti; una definizione del loro “profilo” onnicomprensiva nella quale tutti gli studenti si riconobbero nella loro identificazione. L’esperimento ha dimostrato che vengono accettate definizioni generali come se fossero destinate specificamente. Inoltre, il giudizio è tanto più accettato se proviene da una personalità autorevole o costruita tale.

Oggi la nostra società è particolarmente recettiva al principio della “riprova sociale” che si basa sul comportamento del gregge: “Altri lo fanno, quindi puoi farlo anche tu… lo pensano gli altri, quindi anche tu puoi pensarlo”. Un banale esempio, noto e applicato da secoli, è quello dell’applauso, cioè alcuni spettatori pagati per applaudire uno spettacolo vengono seguiti dagli altri (il gregge), in tal modo l’apprezzamento è assoluto. I media utilizzano questa tecnica ampiamente, sia con la pubblicità che per informazioni generali.

Anche le paure hanno un ruolo importante nella manipolazione; Aurélie Boullet, conosciuta come Zoé Shepard, scrive sulla tecnica del “sollievo dalla paura”, illustrata nel suo libro “La tua carriera è finita!” (Editore Albin Michel, 2012). In questo caso, la narratrice illustra i timori di una delegazione di imprenditori in Kenya che avrebbero dovuto viaggiare in business class come programmato. Alla notizia che il loro viaggio sarebbe invece stato in economy class, gli imprenditori reagiscono rifiutando in blocco la nuova formula, ma accettando poi un compromesso alternativo di qualità medio-bassa.

Concludo con le “Manipolazioni statistiche”, che possono articolarsi in due modi: il primo è tradurre le affermazioni con numeri, non importa la veridicità dei numeri poiché la maggior parte delle volte non sono verificabili. Il secondo è nel lavoro statistico stesso che può guidare le conclusioni di uno studio o di una analisi verso dati controllabili dal gestore medesimo. Esempi possiamo riscontrarli quotidianamente con la fornitura di dati che riguardano i consensi o le approvazioni.

Ho cercato di semplificare il concetto di manipolazione, ma al momento una cura all’incombente manipolazione planetaria potrebbe essere la “lotta all’ignoranza o alla non conoscenza”, ma la facilità manipolatoria si basa proprio sulla carenza di questi elementi.

Aggiornato il 16 luglio 2021 alle ore 10:38