Ristorante “da Mitridate”

Marlene Dietrich scrisse addirittura su un libro la protesta contro la compagnia telefonica che non le passava più le persone pronunciando il solo nome, costringendola a fatiche improbe come girare un disco telefonico, più volte. Quella fu un’onesta evoluzione tecnologica, che permise ai relè di sostituirsi alle gentili voci di aristocratiche centraliniste, lontanissime dagli schiavistici call center di oggi, terminali dei potenti. La diva girò dunque l’odioso disco, bofonchiando teutonicamente, ma poi continuò a farlo in silenzio. E non ci sembra un grave sacrificio. Ma negli anni è salito esponenzialmente il numero dei servizi che siamo costretti a svolgere al posto di addetti che non ci sono più, con il vantaggio, per le aziende, di pagare meno personale, mantenendo però gli stessi prezzi e spacciando tutto questo per una sorta di malintesa democrazia. Chi va, ad esempio, nei magazzini di bricolage sa che farà da sé a casa sua. Dunque, per coerenza, accetterà di pesare gli oggetti, pagare in casse automatiche, e altro. Non vi va? Comprate on-line: merci, spesa, biglietti, burocrazie varie. Qui, però, la tecnologia colpisce i più anziani, i quali ricopriranno (anche volentieri) di regali i tecno-nipoti.

Caffè-ristorantini, graziosi, moderni, essenziali: lo sprovveduto si siede, il tempo passa, non viene nessuno, va a sollecitare al banco. Ma il barista lo guarderà severo, accusandolo con gli occhi di essere indietro e di non capire il progresso, che è fai da te, stessi prezzi e nessun avviso. Gli hotel da molti anni fanno pagare a parte la colazione self-service e i furbacchioni usano a piene mani anche l’ecologia: vi hanno sbomballato con l’inquinamento da vetro, plastica e con campagne stile “disimballiamoci”. Così, ora, i ristoranti chiedono se l’acqua la vogliamo gassata o no e poi, gretinamente, ci portano la loro bottiglia con o senza bollicine fatte in casa. A loro costa quasi zero, la fanno pagare quanto Recoaro e Sanpellegrino. Ma il pianeta, il pianeta…

Il vino, invece, non inquina: l’aggeggino che fabbrica Barolo Riserva Monfortino o Sauvignon Zitelle non l’hanno ancora inventato. Dunque, l’ambiente dovrà pazientare. Da evitare, invece, il minuscolo talloncino del bancomat, sconsigliato dalla videata, forse perché molto più inquinante degli immensi scatoloni che racchiudono i pacchettini Amazon. Dal benzinaio possiamo pure imboccare la corsia destra, quella del “servito”. Ma, a parte il fatto che sono sempre di più le stazioni totalmente automatiche, il maggior costo di un litro varia da 18 a 23 centesimi, dieci euro per un pieno. A poco a poco, ci sembra tutto inevitabile, in nome di qualcosa che ci fanno passare per un doveroso contributo. Non destinato all’umanità ma alle multinazionali su un olimpo mitologico, schifate dalla clientela, che trattano con i no-replay, ossia loro scrivono, ma non si può rispondere. Tutto questo dispone il nostro cervello in posizione prona, mentre le rare proteste sono borbottii omologati come trascurabile rumore di fondo da chi osserva la disperazione dei tanti che guadagnano mille euro al mese, ma si commuovono perché la Ferrari non ha ottenuto la pole o per un orologio con cinturino in gomma rubato a un povero ragazzo del terzo mondo, tale Charles Leclerc. Ma chi teme che il tapino sia d’ora in poi costretto a vagare per il suo Principato alla ricerca di qualcuno che gli dica l’ora, sappia che il Richard Mille che aveva al polso è intitolato a lui. E altri modelli della griffe ad altrettanti campioni di Formula Uno. I quali, concedendo (parola che si scrive con almeno sei zeri) il proprio nome, fanno lievitare il prezzo di questi gioiellini senza valore oltre i due milioni attribuiti all’orologio del ferrarista. Per il quale possiamo stare tranquilli: ne riceverà un altro e, invece di pagarlo, incasserà tanti soldini. Noi umani da Rolex in giù, invece, in casi come questo andiamo alla polizia, che allargherà le braccia.

Tutto questo ricorda un turco avanti Cristo, tale Mitridate, re del Ponto. La storia del veleno che ingeriva a dosi sempre maggiori per immunizzarsi è nota. La differenza sta nel fatto che lui lo faceva volontariamente, a noi lo fanno altri. Quando, però, volle suicidarsi per non essere consegnato ai Romani, cercò di avvelenarsi ma non morì. Ed è quello che succede a noi: nessuna angheria soffocherà mai la nostra fede consumistica.

Aggiornato il 03 maggio 2022 alle ore 11:20