Oggi è la Giornata mondiale della libertà di stampa

Il Premio Unesco di quest’anno è stato assegnato ai giornalisti bielorussi. Oggi è la Giornata mondiale della libertà di stampa. Il riconoscimento è andato all’Associazione dei giornalisti della Bielorussia (AJB). Fondata nel 1995 come associazione non governativa di lavoratori dei media, con l’obiettivo di promuovere la libertà di espressione e il giornalismo indipendente in Bielorussia, l’associazione riunisce più di 1.300 giornalisti ed è membro della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) e della Federazione europea dei giornalisti (EFJ). Nell’agosto 2021, dopo una perquisizione della polizia nei suoi uffici, la Corte Suprema della Bielorussia ha ordinato lo scioglimento di questa organizzazione, su richiesta del ministero della Giustizia.

La Giornata mondiale della libertà di stampa è stata proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1993, su raccomandazione della Conferenza generale dell’Unesco. Il 3 maggio è l’anniversario della Dichiarazione di Windhoek che contiene importanti principi sul pluralismo e la libertà di espressione. Una giornata di riflessione tra i professionisti dei media sui temi della libertà di stampa e dell’etica professionale. Ogni anno, il 3 maggio, viene assegnato il Premio Unesco per la libertà di stampa, intitolato a Guillermo Cano Isaza (del valore di 25mila dollari) che ricorda il giornalista colombiano assassinato il 17 dicembre 1986 a Bogotà, davanti agli uffici del suo giornale El Espectador. L’obiettivo è premiare i contributi eccezionali alla difesa o alla promozione della libertà di stampa, in particolare di fronte al pericolo.

Stamattina, all’Anfiteatro Ulianova Radice del Giardino dei Giusti di Milano, si è tenuto un incontro che ha visto protagonisti quei giornalisti russi che cercano di contrastare la propaganda del Cremlino nonostante censura, minacce, violenze e arresti. Tra gli altri, sono intervenuti Galina Timchenko, fondatrice del giornale russo indipendente Meduza; Gabriele Nissim, presidente della Fondazione Gariwo, “Con questa manifestazione, unica del genere in Italia, vogliamo lanciare un messaggio morale importante dal Giardino dei Giusti di Milano”, ha spiegato Nissim.

“Dobbiamo esprimere la nostra solidarietà a tutte le voci indipendenti russe che – come ai tempi del totalitarismo sovietico – denunciano le falsità di Vladimir Putin sulla guerra, a rischio della loro libertà. La fine dell’aggressione dipenderà molto dalla forza morale di chi oggi si batte per la libertà di informazione e per i diritti democratici. Dobbiamo creare una ponte tra chi si batte per la libertà a Mosca e chi difende l’Ucraina dall’invasione. È questa la chiave della pace”. All’evento hanno preso parte anche Maurizio Molinari, direttore di Repubblica; Massimo Giannini, direttore de La Stampa; Anna Zafesova la giornalista de La Stampa e Micol Flammini, cronista del Foglio. Nissim ha ricordato i Giusti dell’informazione onorati al Giardino per aver difeso la verità contro ogni forma di violenza: Anna Politkovskaja, Liu Xiaobo, Raif Badawi, Samir Kassir e Hrant Dink.

Oggi Papa Francesco ha detto: “Preghiamo per i giornalisti che si sacrificano per servire la libertà di stampa”. In un tweet ha scritto: “In questa Giornata della #LibertàdiStampa, #PreghiamoInsieme per i giornalisti che hanno pagato di persona, con la vita o con il carcere, per servire questo diritto. Un grazie speciale a quanti di loro, con coraggio, ci informano sulle piaghe dell’umanità”. Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella “la libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese. Ce lo insegnano in questi giorni i drammatici avvenimenti della guerra in Ucraina”. E in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa dichiara, “è compito della comunità internazionale ai vari livelli rendere effettivi questi diritti”.

Frattanto, Reporter senza frontiere (Rsf) lancia un allarme. La pandemia sanitaria e la guerra in Ucraina stanno impattando negativamente sulla libertà di informazione e la sorte dei giornalisti, pesantemente sotto attacco in Russia, in Cina e in generale nell’intero continente asiatico. L’organizzazione pubblica la sua classifica 2022 sullo “stato di salute” dell’informazione e l’esercizio della professione in 180 Paesi nel mondo. Nel giro di un anno 12 Paesi asiatici sono entrati in questa cerchia nera, che non è mai stata così grande e di cui, tra gli altri, fanno parte Afghanistan e Bielorussia. La Cina è al 175° posto della classifica, confermandosi come un regime sempre più repressivo, anche se a fare peggio è la Corea del Nord, al 180° posto. La Russia, osservata speciale dall’inizio dall’invasione dell’Ucraina lo scorso 24 febbraio, si attesta al 155° posto, in calo di cinque posizioni rispetto al 2021, con una votazione di 38,82 punti contro 51,29 lo scorso anno. I principali motivi di preoccupazione e criticità da parte di Rsf riguardano la massiccia propaganda del regime e la sua repressione delle voci dissidenti.

I media indipendenti russi sono stati costretti a chiudere, tra cui l’emblematica Novaya Gazeta diretta da Dmitry Muratov, Nobel per la Pace. Più di 200 giornalisti indipendenti hanno dovuto lasciare il Paese per cercare di fare informazione in esilio. I primi tre posti della classifica Rsf sono stati assegnati a Norvegia, Danimarca e Svezia. Alla Germania va il 16° posto, mentre la Francia guadagna ben otto posizioni, al 26° rango. Gli Stati Uniti arrivano al 42° posto, l’Italia alla 58° (l’anno scorso era 41°), il Giappone al 71°, l’Algeria alla 134°. In fondo all’Index si trovano Iran, Eritrea e Corea del Nord. L’Ong chiede un “New Deal per il giornalismo e un quadro giuridico adeguato, compreso un sistema di protezione degli spazi di informazione democratici”.

 

Aggiornato il 03 maggio 2022 alle ore 20:20