I forti e i deboli

Qualcuno sostiene che chi ha carattere ha un cattivo carattere. Ecco, vorrei entrare nel merito e dissentire in modo argomentato. Personalmente, infatti, ritengo che la suddetta affermazione sia una simpatica battuta di spirito e credo che, in quanto tale, vada intesa. Di certo, non andrebbe interpretata alla lettera perché non è vero che chi ha carattere ha un cattivo carattere. Anzi, è esattamente il contrario. Soprattutto in Politica, con la P maiuscola. Almeno che non cadiamo nell’errore fatale d’identificare la Politica con il Potere. A mio parere, per quello che vale, in Politica, nei Partiti, al Governo, in Parlamento, ovunque... chi ha davvero carattere, chi ha un carattere forte, chi è forte è armonico, funambolico, in equilibrio, gentile, educato, umile, autoironico, generoso, empatico, simpatico. Le persone forti, in Politica e in ogni altro ambito, le riconosci perché sorridono con gli occhi, sono pazienti, ascoltano, dialogano, praticano l’umiltà, sostengono gli altri, non umiliano, non hanno bisogno di mortificare, non offendono, non gridano, non aggrediscono, non sono violente, nemmeno verbalmente, e non denigrano gli altri. Anzi, le persone forti sono belle dentro e le loro parole esprimono l’amore d’una tale bellezza interiore. Quindi, esprimono amore verso gli altri, verso tutti.

Altrimenti, è soltanto Potere. E il Potere è debole, è impotente, è statico, immobile, autoreferenziale. Quando noi accettiamo e ammettiamo le nostre debolezze, allora... quelle stesse debolezze si trasformano in fragilità e smettono di essere i nostri punti deboli per trasformarsi, invece, in potenziali punti di forza. I deboli hanno bisogno di buttare giù gli altri per non fare i conti con loro stessi. Chi è forte riconosce sempre il valore degli altri e il talento altrui. Infatti, descrivere gli altri negativamente è facile perché ci fa sentire superiori o meno fragili. Ma questo accade soprattutto a chi ha problemi di autostima. Ecco, personalmente, penso che il sistema partitocratico odierno sia debole e privo di autostima, è insicuro e rabbioso.

Insomma, non si urla per avere ragione. Qualche volta, può capitare di alzare la voce, ovviamente. Può succedere. Ad esempio, può essere necessario nel caso ci sia un pericolo imminente o dietro l’angolo, oppure capita di alzare il tono della voce quando viviamo un argomento con passione, nel senso che, alcune volte, come nei comizi elettorali, si alza il tono della voce perché ci appassioniamo alle questioni del dibattito e del contraddittorio che stiamo affrontando in quel momento. Altre volte ancora, ci accaloriamo quando trattiamo questioni che per noi sono fondamentali e le viviamo come fossero parte integrante della nostra stessa pelle, come quando difendiamo le vittime d’ingiustizia insopportabile. Però, non confondiamo i piani: il dileggio degli altri appartiene ai deboli, così come l’aggressione verbale è sempre segno d’una profonda debolezza.

La rabbia e l’odio sono espressione di debolezza, soprattutto in Politica. Sono convinto che inveire o scagliarsi ˗ anche solo verbalmente ˗ contro qualcuno è soltanto una facile, troppo facile, espressione di debolezza. Perché la debolezza ha bisogno d’emergere e di mostrarsi, cerca uno sfogo. Non a caso, alimentare la rabbia significa produrre debolezza in chi la vive perché la rabbia consuma le energie e acceca. Ma non basta: offendere un’altra persona è sempre segno d’una debolezza insita in chi offende, l’arroganza è sintomo di debolezza, stessa cosa vale anche per la prepotenza, per la violenza (anche verbale), per la ferocia, per l’astio, per l’odio, per l’acredine, per il livore, per il rancore... sono tutte facce attraverso cui si mostra la propria debolezza. Sono tutte valvole di sfogo che la debolezza produce per segnalare la propria evidenza ed esistenza. Le idee forti sono liberali, libertarie, democratiche. È il pensiero liberal-democratico, infatti, se ci pensiamo bene, ad essere un pensiero forte mentre gli autoritarismi, le autocrazie, i fanatismi, i fondamentalismi, gli ideologismi sono espressione di debolezze evidenti. La filosofia liberale è aperta all’altro. Gli ideologismi sono chiusi e autoreferenziali. Chi ha un carattere debole o vive un momento di debolezza si adegua agli altri, si uniforma, si omologa, ma non si adatta alle situazioni. In altre parole, chi è intollerante, scorbutico, violento, furbo, autoritario prepotente, in realtà è semplicemente un debole. Invece, chi è forte, si adatta ma non si adegua.

Poi, ci sono anche quelli che fingono tranquillità e serenità, e invece sono viscidi, melliflui, falsi. Quindi, sono deboli. L’ipocrisia è un’altra forma di debolezza. Del resto, quando noi stessi ci indeboliamo, allora ecco che vediamo emergere in noi la rabbia, il livore, l’indifferenza, l’insofferenza, la maleducazione...  Capita. È umano. Chi è davvero forte, al contrario di quanto qualcuno creda, è sinceramente gentile, è autenticamente educato, è cortese in modo vero. Chi è forte... insomma, è sorridente, pacato, equilibrato, sicuro di sé, gioviale, sprigiona vitalità, gioia, energia positiva, armonia. E non scaglia la propria debolezza contro gli altri, non riversa la propria rabbia sugli altri, non colpisce il prossimo con atteggiamenti arroganti o arrivisti o superbi. Che poi sono tutti modi per scagliarsi contro se stessi perché si soffre della propria debolezza e non si sa gestirla, non si è capace di governarla, non si riesce a sopportare. Chi è forte, davvero forte, non ha bisogno della cattiveria, ma semplicemente della grinta, dell’entusiasmo, della propria vitalità. Chi è forte, chi ha un carattere forte, non impone la propria autorità, ma sono gli altri a riconoscergli l’autorevolezza. Se la merita.

Aggiornato il 06 luglio 2023 alle ore 17:30