La Fiera agricola di Dragoni e la riscoperta della varietà “Ingannapastore”

La promozione innovativa del territorio attraverso le fiere agricole con momenti di dibattito e confronto tra innovatori e imprenditori innesca meccanismi virtuosi di riscoperta del territorio e del suo patrimonio materiale e immateriale. Nel comune di Dragoni, ubicato nella provincia di Caserta, si è svolta, dal 22 al 24 settembre, la 13ª Fiera dell’agricoltura. L’importanza della manifestazione è stata evidente non solo per l’aria di festa che ha generato nel paese casertano, ma per lo spazio dedicato alla promozione dei prodotti tipici locali, con la scoperta di varietà antiche che, grazie alla ricerca e al lavoro di alcuni imprenditori locali, ha riportato alla luce storie e culture del passato. Durante i lavori fieristici è stata presentata una realtà imprenditoriale del comune di Alvignano, l’azienda La Sagliutella Agriturismo, della famiglia Santagata, che ha avuto coraggio di ripiantare un vitigno storico che stava per scomparire.

La spumantizzazione è stata la naturale conseguenza per un vitigno a bacca bianca, giovane e con un’uva che assaggiandola rivela un’acidità spiccatissima. La particolarità importante è la vendemmia tardiva, non per scelta, poiché bisogna attendere il mese ottobre per poterla vinificare, mentre il verde intenso del grappolo è conservato anche a maturazione. L’azienda La Sagliutella Agriturismo ha dato vita a un ambizioso progetto volto alla riscoperta di un antico vitigno autoctono presente nei terreni locali: un’uva tardiva a bacca bianca, quasi scomparsa e non molto conosciuta, chiamata anticamente “Ingannapastore o Ngannapastore”. L’azienda della famiglia Santagata ha ottenuto il riconoscimento del vigneto, con l’iscrizione al Registro nazionale delle varietà di vite, creando un prodotto tipico e nel contempo unico per il territorio. Dagli abitanti di Alvignano è conosciuta come Ingannapastore in quanto il mosto ottenuto veniva utilizzato dai contadini per inebriare i pastori del Matese, che in autunno scendevano in pianura e sottoscrivevano i contratti di pascolo.

Nel passato, i proprietari dei terreni riuscivano a chiudere accordi a proprio favore nei confronti dei pastori facendoli ubriacare nel corso della trattativa. L’ottima esposizione delle vigne recuperate ha permesso di ottenere grappoli idonei a essere tradotti in uno spumante dai riflessi verdolini, profumato di mandarino e ginestra. Il recupero delle storiche vigne sta consentendo alle realtà locali del casertano e del beneventano di promuovere il territorio attraverso la narrazione delle storie e delle tradizioni che sono legate ai prodotti tipici del territorio. Una progettualità che inizia a diffondersi anche nell’alto casertano con l’Ecoitinerario del Vulcano di Roccamonfina, immaginato per esaltare le risorse e i servizi presenti nei borghi che circondano il Vulcano di Roccamonfina (Galluccio, San Pietro Infine, Rocca D’Evandro, Conca della Campania, Roccamonfina, Tora e Piccilli, Presenzano e Marzano Appio) e, più in generale le aree interne della Campania. Incentrato sulla promozione dell’agricoltura sociale e dell’ambiente, l’ecoitinerario intende valorizzare la conoscenza del territorio, la salvaguardia della biodiversità, l’educazione alimentare, il rilancio del turismo, della cultura della legalità e dell’inclusione.

Aggiornato il 26 settembre 2023 alle ore 10:53