I recenti fatti di cronaca che hanno riguardato la morte della 22enne Giulia Cecchettin sembrano essere i contorni di un racconto che tende a ripetersi. Storie che pur nella diversità dei luoghi, del tempo e delle azioni materiali in cui vengono compiuti, sono accumunate dal medesimo atto finale: lo spezzarsi di vite. Ma quello della violenza di genere non è di certo un fatto sociale nuovo per i nostri occhi. Ragazze scomparse e poi tragicamente ritrovate a causa di un amore sbagliato. Legami apparentemente sereni che si chiudono in gesti estremi. Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero dell’Interno, dall’inizio dell’anno a oggi in Italia sono più di 80 le donne uccise in ambito familiare-affettivo e di queste, secondo il report curato dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale, 53 hanno trovato la morte per mano del partner o di un ex partner. Un dato che si mostra in aumento rispetto allo scorso anno (+4 per cento) e che rischia di crescere ancora nei prossimi mesi. Ma l’aumento dei casi di violenza di genere registratosi risulta strettamente connesso all’efficacia degli attuali strumenti normativi esistenti. Un tema su cui il Governo sta lavorando nell’obiettivo di giungere ad un rafforzamento della disciplina in vigore.

Il prossimo 24 novembre passa, infatti, al Senato l’esame del disegno di legge, già approvato all’unanimità alla Camera, e volto al potenziamento e alla velocizzazione delle attuali misure preventive e cautelari in vigore. In particolare, il disegno di legge in votazione mira a rafforzare la risposta preventiva, prevedendo l’applicazione degli strumenti di prevenzione (ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento, vigilanza dinamica) ai cosiddetti “reati spia”, così da limitare e scongiurare la consumazione di azioni violente. In altre parole, si intende ridurre i tempi di valutazione del rischio da parte della magistratura, in modo tale da poter anticipare l’eventuale applicazione delle misure preventive e cautelari nei confronti dei potenziali aggressori. Ma non solo. Il testo, inoltre, prevede l’arresto in flagranza differita, l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare anche fuori dai casi di flagranza e il rafforzamento degli obblighi e degli strumenti di comunicazione con le persone offese. Così come di grande impatto è la campagna di sensibilizzazione nelle scuole annunciata dalla ministra Eugenia Maria Roccella e l’intensificazione delle iniziative sulla prevenzione, sulla formazione e sull’accoglienza delle vittime. Tuttavia, alla domanda se gli omicidi sulle donne e la violenza in genere avrà fine, qualcuno potrebbe rispondere che “di domani non v’è certezza”. Occorre aver fiducia e sperare che vari interventi non solo normativi, ma anche sociale siano in grado di apportare quel cambiamento sociale tanto atteso e a ridurre il forte squilibrio di potere ancora presente al giorno d’oggi nei rapporti fra sessi.

Aggiornato il 20 novembre 2023 alle ore 11:52