L’Italia di amianto

In una nazione come l’Italia, in cui perversa la “litania” della progressiva e sempre più celere transizione ecologica, si finge o, peggio ancora, s’ignora il più grande fenomeno tossico dell’ambiente, ossia l’amianto, che rappresenta il vero elemento democratico del nostro Paese, in quanto contamina ogni cittadino, perché radicato su tutto il territorio nazionale. Dal 1992, ossia da più di 30 anni, l’amianto è stato messo al bando e, nonostante ciò, ogni anno muoiono 7mila persone circa a causa dell’esposizione a tale materiale.

L’amianto, detto anche asbesto, è un micidiale assassino silenzioso, il quale provoca diverse gravi patologie, come mesoteliomi, tumore del polmone, tumore della laringe e quello dello stomaco, del colon e delle ovaie, in base a quanto sancito dal quarto “considerando” della direttiva 477/83/Cee e dall’undicesimo “considerando” della direttiva 148/2009/Ce e dall’Agenzia IARC (International Agency for Research on Cancer), di seguito riportato testualmente: “At present, it is not possible to assess whether there is a level of exposure in humans below which an increased risk of cancer would not occur”.

Pertanto, non sussiste un limite di soglia al di sotto del quale il rischio di contrarre il mesotelioma si annulla (contrariamente alle altre patologie asbesto correlate), nello specifico anche una dose molto bassa potrebbe far insorgere questa patologia dopo lunghi periodi di latenza (nell’induzione del mesotelioma da amianto sarebbe determinante l’inalazione di una dose innescante - la cosiddetta “trigger dose” – anche “straordinariamente piccola”. La succitata teoria viene precipuamente fondata sul noto lavoro di Irving Selikoff “Asbestos and disease” del 1978, nel quale egli afferma testualmente “the trigger dose may be small, in some cases extraordinarily so”; Irving Selikoff, Asbestos and disease, Accademy Press 1978, Relationships – second criterion, pagina 162);

Invero, il suddetto mortale elemento causa anche diverse patologie infiammatorie, come le placche pleuriche, ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie. Inoltre, si prevede che la grande presenza dell’amianto in tutto il territorio nazionale determinerà il picco di mesoteliomi e di altre patologie asbesto correlate tra il 2025 e il 2030. L’indifferenza delle istituzioni e la non conoscenza della popolazione riguardo al problema esiziale dell’amianto è alquanto sconcertante, se si considera che in Italia sono ancora presenti 40 milioni di tonnellate di materiali composti di amianto, di cui 33 milioni sono di amianto compatto e 8 milioni di amianto friabile. Nello specifico, esiste almeno un milione di siti da bonificare dall’amianto, di cui 50mila siti industriali e 40 siti di interesse nazionale. L’aspetto più aberrante sussiste nel fatto che ci sono 2.400 scuole contaminate dall’amianto, a cui sono esposti più di 352mila studenti e 50mila docenti e addetti come personale scolastico. Inoltre, esistono mille biblioteche ed edifici culturali contaminati dall’amianto, nonché perfino 250 ospedali costruiti con componenti di amianto, al punto che colui che viene ricoverato per curarsi può rischiare di morire a causa della contaminazione di amianto.

Un dato ancora più terrorizzante è quello strutturale, ossia la rete idrica costruita con l’amianto per ben 300mila chilometri di tubature. La lentezza operativa della bonifica induce a prevedere che essa verrà ultimata nei prossimi 85 anni nella migliore delle ipotesi e ovviamente ciò a caro prezzo per tutta la collettività in termini di decessi e danni sociali, con tutte le conseguenti sofferenze immani che subiranno le vittime e i loro familiari.

Pertanto, l’amianto è il vero elemento “democratico” della nostra società, in quanto colpisce tutti e tutte le classi economiche, perché la sua diffusione è capillare e la sua contaminazione può avvenire in modo diretto o indirettamente, anche venendo solo a contatto con degli indumenti contaminati d’amianto. Tutto ciò si riversa anche sulle casse della sanità pubblica e sulle spese previdenziali e assistenziali, con un costo che ammonta a circa 1 miliardo di euro annuale.

A tale riguardo, non ci si può esimere dal denunciare la latitanza della classe politica riguardo alla soluzione di questa strage silenziosa, visto che non è stata compiuta ancora alcuna mappatura della presenza dell’amianto sul tutto il territorio italiano. Oltre al fatto che nessuno dei diversi miliardi del Pnrr sarà utilizzato per finanziare un progetto di bonifica del territorio nazionale dall’amianto. Questo è ancora più grave se si considera che nemmeno utilizzando tutti i suddetti fondi si riuscirebbe a bonificare completamente l’Italia da questo assassino silenzioso. Al postutto, non esiste peggior sordo di chi non vuole sentire, ma almeno con la citazione di tutti questi dati sopra riportati non si potrà dire di non sapere.

Rebus sic stantibus mala tempora currunt

Aggiornato il 06 marzo 2024 alle ore 10:09