Tour Ue della democrazia: verifica dei fatti e delle fonti

A meno di 100 giorni dalle elezioni, i vertici di Bruxelles intensificano le iniziative per bloccare fake news e concorrenza sleale in materia di informazione, video e musica.

Il rischio della disinformazione si fa sempre più acuto soprattutto in ordine alle competizioni elettorali nazionali e regionali. Stanno crescendo, in gran parte dell’Europa, metodi e strumenti per influenzare l’opinione pubblica attraverso quella che ormai viene classificata disinformazione. Il fenomeno è andato crescendo negli ultimi 5 anni, al tempo delle elezioni del 2019. Alcune agenzie specializzate nella comunicazione stanno mettendo in evidenza il modo illegale dell’uso dello spazio digitale. Ci sono prove che alcuni Paesi stiano utilizzando le nuove tecnologie al fine di presentare una realtà che corrisponda esclusivamente ai loro orientamenti politici ed ideologici.

La Russia di Putin ha incrementato, da due anni a questa parte, la diffusione di false agenzie sugli sviluppi dell’operazione speciale in Ucraina, nel tentativo di raccogliere posizioni favorevoli alle sue tesi. I vertici al potere in Iran stanno inondando lo scenario mediatico di notizie non rispondenti al vero sul conflitto in Medio Oriente, nascondendo gli aiuti ai combattenti palestinesi e gli investimenti messi a disposizione delle milizie dello Yemen che stanno impedendo, con attentati, di far passare le navi nel canale di Suez. La Cina poi, non perde occasione per mettere in cattiva luce i difensori della libertà e del pluralismo di Hong Kong, Taiwan e Tibet. La libertà di stampa è fortemente censurata e le misure restrittive aumentano mano a mano che si avvicina il 35° anniversario della strage dei ragazzi di Piazza Tienanmen.

Mancando la completezza dell’informazione diventa più facile ai regimi di condizionare l’opinione pubblica nei momenti più delicati per la scelta dei Parlamenti e dei Governi. La crescita della disinformazione ha spinto il Commissario europeo ai Valori e alla Trasparenza, Věra Jourová, a lanciare il “Tour della democrazia”, al fine di mettere in guardia Ministri, rappresentanti dei media e delle Ong sulle ondate di disinformazione in atto e sulle tecniche di manipolazione che possano apparire campagne pubblicitarie o elettorali.

La ceca si è trovata lo scorso weekend a Roma, dopo essersi recata a Helsinki per analizzare gli strumenti legati alla protezione degli attacchi informatici. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio, che riunisce chi fa “fact-checking”, ossia verifica dei fatti e delle fonti, finanziato dalla Commissione Ue, su un totale di 222 articoli verificati nel gennaio 2024 quasi il 7 per cento delle fake news hanno usato contenuti generati dall’intelligenza artificiale. L’Italia è maglia nera in Europa per contenuti rimossi da tutti i social network (45mila circa su Facebook e altrettanti su TikTok).

C’è un duro scontro tra libertà e falsificazione. Per questo l’Antitrust Ue ha deciso una multa salata di 1,84 miliardi di euro nei confronti del colosso americano di Cupertino. Secondo l’indagine della Commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, la Apple ha abusato della sua posizione dominante sul mercato del digitale, limitando gli altri servizi di streaming sul suo App store, la multinazionale fondata da Steve Jobs, riducendo così la possibilità di scelta per chi sua iPhone e iPad. L’azienda ha fatto ricorso alla Corte di giustizia Usa dove sono già in corso procedimenti per altre Big Tech, tra cui Google.

Aggiornato il 12 marzo 2024 alle ore 10:23