La qualità della comunicazione

Vi è già capitato, quando eravate piccoli a scuola di andare bene in una materia e poi, l’anno dopo, cambiare il professore e prendere voti più bassi? Il primo pensiero è che la colpa è del nuovo professore; quello di prima era più bravo a spiegare, mentre quello di adesso non è poi così bravo. Ma poi accade che alcuni compagni che prima andavano male nella materia con il nuovo professore iniziano a prendere voti più alti. Cosa è accaduto? Perché questa differenza di reazione negli studenti?

In effetti si, la “colpa” è del professore. Ma non è la colpa che tutti pensano ma una cosa più scientifica e spiegabilissima che tutti dovrebbero conoscere ma, che in realtà, non è poi così diffusa. Le persone sviluppano con la crescita un proprio canale preferenziale di comunicazione e un proprio canale privilegiato all’apprendimento. Sono modelli che il cervello costruisce per semplificare e velocizzare entrambi i processi. Durante la nostra crescita, ma soprattutto da bambini, questo fenomeno si sviluppa rapidamente, sempre con l’obiettivo di renderci la vita e i rapporti sociali più semplici. I canali di comunicazione sono tre e ogni persona li possiede tutti, ma ognuno sviluppa una propensione verso uno di questi tre più che gli altri; lo chiameremo “canale preferenziale”.

Si dice, infatti, che una persona è “visiva” se sviluppa maggiormente la comunicazione per immagini. Cioè per comunicare utilizza immagini e dialoga usando termini quali “vedi”, “immagina”, gesticola molto per dare un’idea visiva di quello che deve dire e utilizza molto il linguaggio del corpo. Le persone “auditive” – al contrario – prediligono i suoni e quindi utilizzano verbi come “ascolta”, “senti”, usano molto il paraverbale, e cioè le diverse intonazioni della voce, generano rumori, battiti. Le persone “cinestetiche” invece utilizzano per comunicare il tatto, l’olfatto, il gusto, utilizzano verbi come “senti” (che profumo), “toccare”, e considerano importante nella comunicazione il contatto umano, toccare l’interlocutore: sono attente alle sensazioni corporee come caldo, freddo, odori.

Da uno studio in Occidente si è appreso che il 55 per cento delle persone hanno come canale primario di comunicazione le immagini (persone visive), il 20 per cento i suoni (persone auditive), e il 25 per cento olfatto, tatto e gusto (persone cinestetiche). Ogni persona, quando invece si tratta di apprendere qualcosa (e qui veniamo all’esempio del professore), può utilizzare lo stesso canale oppure può avere un canale preferenziale di apprendimento diverso. Per esempio, le persone che utilizzano preferibilmente il canale visivo per imparare qualcosa hanno bisogno di visualizzare immagini. Sono gli studenti che usano evidenziatori colorati, che prendono appunti facendo schemi e sono molto propensi all’utilizzo dei colori, perché li aiutano a creare l’immagine. Se ci ricordiamo, all’asilo per insegnarci le lettere dell’alfabeto c’era l’associazione a un’immagine: A-Ape, B-Barca, C-Cane.

Le persone auditive sono quelle che spesso preferiscono ripetere a voce alta, o registrare le lezioni e riascoltarle. Apprendono maggiormente dai suoni. Preferiscono un professore che parla a uno che disegna alla lavagna, senza parlare troppo. Il terzo gruppo, le persone cinestetiche devono interiorizzare i concetti, non apprendono grazie all’utilizzo della memoria ma devono comprendere appieno i concetti per ricordarseli. Spesso devono associare sensazioni, pensieri, odori a quello che devono acquisire.

Come è intuibile, un professore mediamente spiega davanti a una classe formata da studenti di tutti e tre i gruppi. Quindi, per far sì che apprendano, dovrebbe usare la lavagna, parlare associare i concetti a sensazioni: dovrebbe cercare di comunicare con tutti e tre i canali, altrimenti qualcuno farà fatica a seguire le lezioni.

Aggiornato il 05 aprile 2024 alle ore 10:54