Ritratti. Sinner: normalità e sacrificio

C’è tanta normalità in Jannik Sinner. Soprattutto in un momento come questo. Fresco vincitore degli Australian Open, il 22enne di San Candido è richiesto ovunque, dagli appuntamenti con le istituzioni fino al Festival di Sanremo. Lui, però, spiazza sempre. Come quando in campo prende in contropiede l’avversario. E lo fa con una tranquillità, che è merce rara al mondo d’oggi.

Ma c’è anche altro. Ossia l’attenzione al presente e alle problematiche dei giovani. Tanto per capire, queste le sue parole in conferenza stampa, a Roma: “Ai ragazzi dico di stare attenti. Perché magari oggi uno sta male, ma sui social si postano foto dove va tutto bene. Io personalmente vivo meglio senza i social e continuerò a fare così”. E ancora: “I social non mi piacciono. Non è quella la verità, vedi certe cose ma non sono quelle. Ci sono momenti in cui leggo tanto, ho sempre un libro con me dietro”.

Tenacia, serietà, compostezza e anche una situazione di imbarazzo, a volte, davanti a fotografi e telecamere. Sinner, classe e forza, è un po’ il ragazzo della porta accanto. Che però ha molto da dire. Come accaduto nell’incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e i compagni della Coppa Davis: “L’orgoglio di essere qui è per una vittoria che è frutto del sacrificio e del gioco di squadra. È un successo per tutti gli italiani. La cosa più importante non è stato vincere, ma esserci capiti tra compagni, di essere felici in campo e sorridere anche quando le cose non vanno per il meglio. Abbiano fatto una cosa importante per questo Paese. A Bologna abbiamo sofferto un po’. Io non c'ero, poi a Malaga ho dato il mio contributo come aveva fatto Matteo Berrettini. Ora ci sono le Olimpiadi, un appuntamento molto importante: cercheremo di dare il massimo, tutti”.

E poi, uscendo dal Quirinale dopo l’incontro con Mattarella, rivela ai cronisti: “Incredibile quanta voglia abbia di imparare la storia del tennis, la conosce meglio di me. Ho imparato io tante cose da lui. Ha una semplicità e umiltà incredibili. Personalmente ha usato parole molto belle e semplici. È quello che mi piace”. Ça va sans dire.

Aggiornato il 02 febbraio 2024 alle ore 18:14