Google e gli editori ad un armistizio?

Il detto popolare “una rondine non fa primavera” sembra essere estremamente calzante in questa occasione: dopo anni di strenue battaglie tra Google e gli editori europei di giornali, il recente accordo non sembra essere un segno sufficiente a ipotizzare un processo di pacificazione in atto.

La partnership siglata nei giorni scorsi rappresenta certamente un primo importante tassello di quello che potrebbe diventare un percorso nuovo ed inedito per “Big G” nei confronti del giornalismo. Colpisce peraltro – e probabilmente non si tratta di un caso – che questo segnale in favore degli editori sia giunto a poche settimane dall’apertura dell’azione formale delle autorità antitrust europee contro Google per abuso di posizione dominante. Molti ricorderanno le reiterate lamentazioni degli editori europei, che per anni hanno chiesto al colosso di Mountain View una sorta di “ricompensa” per l’indicizzazione dei propri articoli su Google News. Talvolta la “disputa” si era risolta senza particolare acredine tra le parti, addivenendo a posizioni intermedie e compromissorie, spesso ad accordi (monetari) come era stato per il Belgio e la Francia. In altri circostanze si era invece assistito ad un aperto conflitto, come in Spagna, dove lo scorso dicembre Google News ha deciso di “chiudere i battenti” in risposta ad una legge sul copyright che obbligava il motore di ricerca al pagamento di una quota ai giornali per la pubblicazione degli articoli, anche se mostrati soltanto in anteprima.

L’accordo siglato nei giorni scorsi tra il colosso della Rete e otto tra i più prestigiosi editori europei – che i detrattori definiscono un ennesimo fondo in denaro che non mostra carattere particolarmente innovativo – prevede lo stanziamento di 150 milioni di euro in tre anni per l’innovazione del settore e la promozione del giornalismo digitale. A far parte della partnership al momento si annoverano il francese Les Echos, i tedeschi Faz e Die Zeit, i britannici The Financial Times e The Guardian, l’olandese Nrc Media, lo spagnolo El Pais e l’italiano La Stampa, cui si aggiungono alcune associazioni europee di settore come lo European Journalism Centre (Ejc), il Global Editors Network (Gen), e l’International News Media Association (Inma).

Il progetto, denominato Digital News Initiative, rappresenta una partnership il cui intento è quello di supportare il giornalismo di qualità attraverso la tecnologia e creare modelli più sostenibili di giornalismo digitale. Tradotto in parole povere, il progetto si prefigge di trovare nuovi modelli di business che consentano la sopravvivenza dei giornali nell’epoca digitale. Non ci sono dubbi, infatti, circa il fatto che Internet abbia svolto una funzione di cassa di risonanza per i giornali. Il punto cruciale sta però nella non sostenibilità economica del modello e nella non replicabilità del sistema, cui occorre dare adeguata risposta. Tra i primi passi da compiere la creazione di un gruppo di lavoro sul prodotto, per comprendere come, e grazie a cosa, incrementare i ricavi e coinvolgere i lettori. Restano poi i 150 milioni di euro cui potranno attingere tutti coloro che presenteranno progetti relativi a nuovi approcci al giornalismo digitale. Ovviamente la partnership è aperta a tutti gli editori, ma le perplessità restano al momento ancora ben radicate.

Che il temibile Google sia davvero passato dall’altra parte della barricata in sostegno del giornalismo? Il tempo, come sempre, fornirà la più attendibile delle risposte.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 02:55