G20 Spiagge: la protesta dei balneari

Detto, fatto. Dalla mattinata odierna una delegazione di 25 balneari, soprattutto di chi ha concessioni lungo il litorale di Arzachena e Olbia, sta protestando per la mancata convocazione al tavolo in programma nell’ambito del G20 delle Spiagge, ospitato dalla cittadina gallurese. L’argomento all’ordine del giorno riguarda le sfide e gli obiettivi per questo comparto lavoratori.

Ma c’è chi ha alzato la voce, come Francesco Gambella, titolare di uno stabilimento nella spiaggia di Porto Rotondo nonché segretario regionale dell’Associazione italiana imprenditori turistici balneari: “Non siamo invece stati invitati dal sindaco Roberto Ragnedda a prendere parte alla tavola rotonda, ci è stato rivolto un invito solo a partecipare tra il pubblico. Ma noi volevamo far sentire le nostre ragioni ed è per questo motivo che resteremo qui fuori a presidiare fino al termine dell’incontro, sperando che il primo cittadino ci convochi anche in futuro, perché siamo aperti ad un dialogo costruttivo”.

Poi l’affondo: “Proprio in un momento in cui si affrontano sfide e, soprattutto, prospettive, si è deciso di fare ancora più buio sul nostro futuro. Non si può parlare di turismo balneare quando alcuni Comuni prevedono nei Pul (il Piano di utilizzo dei litorali) la cancellazione di concessioni e il taglio della metà di quelle rimanenti. Non si può parlare di sviluppo del turismo balneare – ha insistito – quando, nella programmazione di quei Comuni, che in estate ricevono 300mila turisti, non si prevedono i servizi di base come docce, spogliatoi e bagni. Tutto ciò è totalmente contrario al concetto di sviluppo ed accoglienza”.

Nel frattempo, Daniela Santanchè, ministro al Turismo, in un videomessaggio nel corso del G20 Spiagge ha ammesso: “Dobbiamo lavorare insieme alla regolamentazione dello status di città balneare, per apportare significativi benefici ai territori interessati. Dobbiamo arrivare a un insieme organico di regole con le quali gestire una delle leve economiche più importanti della nazione. È evidente – ha sottolineato – che se un Comune vive un incremento del 123 per cento di presenze in alta stagione, l’Amministrazione deve aver modo di avere un sistema di servizi adeguato all’incredibile divario rispetto alla popolazione stabilmente residente”.

Non solo: “L’impatto sul Pil del comparto turistico balneare non è solo rilevante in quanto tale, ma perché favorisce la conoscenza del territorio, contribuisce alla ricchezza culturale. La nostra attenzione – ha terminato – è grande verso le vostre istanze. A febbraio abbiamo avviato le interlocuzioni con il network e intendiamo lavorare mantenendo aperte le porte del ministero e rispondendo con soluzioni concrete. Sapete quanto è importante per noi il settore del turismo balneare. Senza dubbio, le destinazioni marine si trovano ad affrontare diverse sfide difficili, riconducibili all’obiettivo comune dello sviluppo sostenibile: la fragilità delle preziose coste italiane, l’annosa problematica della stagionalità”.

Aggiornato il 05 maggio 2023 alle ore 15:45