La tirannia globale è pericolosamente in corso

Se qualcuno dubita ancora che siamo nella morsa di una spinta politica mondiale verso un Nuovo ordine globale unico, un ordine guidato da interessi finanziari straordinari, ma anche da un culto di megalomani assetati di potere, è meglio che cominci a riflettere. Il mondo è in grossi guai. Ciò che sta accadendo a un ritmo sempre più rapido è l’instaurazione di una tirannia globale; una tirannia diretta e guidata dal World economic forum (Wef), il più potente centro decisionale dell’élite economico finanziaria globale. Di cosa sto parlando?

Nel gennaio 2020, poco prima della catastrofe umanitaria Covid, scrivevo: “L’allarmismo creato sul cambiamento climatico è il fenomeno più inquietante di questi ultimi anni e rappresenta una seria minaccia per la libertà… Gli attivisti del clima stanno diffondendo panico tra le popolazioni con la minaccia della sua imminenza per sollecitare i leader mondiali a dichiarare lo stato di emergenza come se fossimo in guerra. E cosa si fa nell’emergenza? Si sospendono le libertà civili e democratiche”.

Non potevo però prevedere in che modo queste libertà sarebbero state soppresse ma qualche mese dopo, quando il virus è apparso ovunque e simultaneamente, senza fare tappe, mi risultava tutto più chiaro. La “pandemia” era stata voluta e orchestrata per fornire il meccanismo di controllo sociale sulla popolazione in modo da forzare l’Agenda 2030, il grande progetto travestito da movimento per la salvezza del pianeta ma concepito per perseguire la governance globale e ridisegnare il sistema economico e monetario mondiale. La pandemia è stata dunque una grande prova di un reset che mira a sbarazzarsi del capitalismo e della libera impresa, per sostituirli con il cosiddetto “sviluppo sostenibile” e il “capitalismo degli stakeholder”, termini che smentiscono i loro intenti nefasti e anti-umanitari.

L’élite globale – che opera attraverso i leader politici, gli organismi internazionali, le ong e una vasta rete di “esperti” e burocrati – ha audacemente testato il terreno per questo cambiamento radicale, che ora può essere attuato con la lotta al cambiamento climatico, perché solo il culto apocalittico del clima può giustificare l’imposizione di una transizione energetica minando, al tempo stesso, il concetto di proprietà privata. Se la terra appartiene a tutti, lo stesso deve valere per i beni immobili e, in definitiva, per i mezzi di produzione, poiché anche questi hanno un impatto sulla terra. Con lo stesso ragionamento, i diritti personali e i comportamenti privati possono essere controllati, ridotti, costretti o cancellati in nome del cosiddetto interesse collettivo. È la regolamentazione ambientale a dare il massimo potere a politici e burocrati. Questa non è una teoria del complotto: il piano è allo scoperto.

Jamie Dimon, ceo di Jp Morgan Chase, una delle maggiori banche mondiali e finanziatrice del World Economic Forum, ritiene che, per combattere il cambiamento climatico i governi dovrebbero sequestrare la proprietà privata. Nella sua lettera annuale agli azionisti, Dimon ha affermato che “i governi, le imprese e le organizzazioni non governative” potrebbero aver bisogno di invocare l’esproprio per ottenere “investimenti adeguati abbastanza velocemente per iniziative di rete, solare, eolica e gasdotti”. La lotta al cambiamento è dunque il modo più rapido per raggiungere l’obiettivo del Wef: non possiederai nulla e sarai felice.

Dimon auspica l’abolizione del capitalismo e afferma: “Dobbiamo fare di più e dobbiamo farlo immediatamente”. Come infatti molti si saranno già accorti, la pressione sui governi affinché facciano qualcosa subito è immensa e crescente, con il lento processo legislativo democratico sempre più visto come un ostacolo. Ora, a maggior ragione dopo che le Nazioni Unite hanno versato benzina sul fuoco della bufala climatica, dichiarando che “l’era del riscaldamento globale” si è trasformata nell’“era dell’ebollizione globale”.

Il grande reset del capitalismo da parte del Wef è pericolosamente in corso. Questo piano socialista internazionale radicale per “resettare” l’economia mondiale sta distruggendo tutto ciò che chi ha a cuore la libertà considera sacro: il libero mercato, la Costituzione, la nazione e, soprattutto, l’individuo. Nicole Schwab, figlia del capo del Wef, Klaus, ha ammesso nel video The Urgency of a Global Green Transition che il Covid era semplicemente un precursore dei futuri blocchi climatici e non si perita di rimarcare che, a partire dal Covid, altre usurpazioni possono avvenire in un batter d’occhio. Ciò conferma come l’élite dominante abbia ben studiato le pecore durante l’estesa pandemia per vedere quanto bene siano capaci di obbedire. La spinta verso “le città di 15 minuti”, poi, consentirà di tenerle a piacimento al loro posto.

Qualunque cosa queste persone possano fare per distruggere l’economia mondiale, la stanno facendo. Ormai si è creato un ambiente sfavorevole e ostile a qualsiasi crescita economica ma propizio ai disordini civili e al caos politico di massa. Ora è chiaro che quasi tutto ciò in cui credevamo negli anni Novanta era sbagliato. Nel 1989-91 non è stato distrutto il comunismo. Si è semplicemente trasformato nella forma più insidiosa di politica climatica.

Aggiornato il 11 agosto 2023 alle ore 12:16