La settimana di Confedilizia (Podcast)

n.11 del 16 marzo 2024

I saluti più cordiali e un ben ritrovati ai nostri ascoltatori. Tre argomenti principali hanno raccolto nella settima i maggiori contributi degli organi di informazione. In primo luogo, la decisione della Banca centrale europea di lasciare invariati i tassi di interesse. Il suo Consiglio direttivo ha scelto una linea attendista, dettata dalle pressioni interne sui prezzi, che restano elevate anche a causa della forte crescita salariale. E ciò nonostante siano state invece riviste al ribasso le previsioni per l’inflazione nel 2024, alla luce dei movimenti in discesa verificatisi negli ultimi mesi. Rivista al ribasso anche la crescita, la cui proiezione per l’anno in corso è pari allo 0,6 per cento. Comunque, per gli esperti la decisione della Bce e le spiegazioni fornite lasciano tendenzialmente presagire che i primi tagli dei tassi arriveranno non prima di giugno, a cui dovrebbero seguirne altri già in questo anno.

Altri contributi in evidenza riguardano ancora gli affitti brevi, sui quali è intervenuta pure la Regione Toscana, che ha inserito una norma nel nuovo testo unico sul turismo, che è stato trasmesso Consiglio. La disposizione consente ai Comuni ad alta densità turistica di individuare aree o zone “in cui definire criteri e limiti per lo svolgimento delle attività di locazione breve di immobili per finalità turistiche”. L’iniziativa restrittiva fa seguito ad altre similari, come ad esempio quella del sindaco del capoluogo della medesima regione, e alle posizioni espresse dai primi cittadini di alcune città, tra le quali di Roma e di Venezia, tutte volte a rendere questo tipo di attività commerciale sempre più difficile, fino ad arrivare al un divieto assoluto.

La posizione di Confedilizia, contraria ai divieti, è nota. A sostegno di detta posizione, è possibile pure fare riferimento ad alcune esperienze Oltreoceano. In particolare, da una parte, a quella della città di New York, che ha adottato una legge restrittiva per gli affitti a breve termine degli appartamenti, la quale non solo non sta funzionando, quanto ha creato più problemi di quanti ne avrebbe dovuto invece risolvere. Dall’altra, a quella di Buenos Aires, dove, al contrario, tutti gli affitti di immobili sono stati liberalizzati con la recente riforma del premier Javier Milei. E ciò ha avuto un notevole impatto sul settore immobiliare, che ha visto crescere e di molto l’offerta di immobili in locazione, ha così consentito agli inquilini una maggiore libertà di scelta e, nello stesso tempo, ha innescato una tendenza al ribasso dei canoni di locazione. Tutte cose, com’è evidente, che arrecano benefici all’intera economia, e non solo alle parti del contratto.

Il terzo argomento sul quale la stampa ha manifestato particolare attenzione riguarda la tanto discussa direttiva Ue Case green, che ha ricevuto il via libera della Plenaria di Strasburgo. Essa prevede che i Paesi membri definiscano i piani per la riduzione dei consumi del proprio patrimonio edilizio residenziale e stabiliscano le modalità per raggiungere questi obiettivi, sino ad arrivare ad avere un patrimonio edilizio a zero emissioni nel 2050. Come si ricorderà, per due anni la Confedilizia si è battuta – con successo – per eliminarne le parti più pericolose per il risparmio degli italiani: quelle, in particolare, che imponevano rilevanti e costosi interventi su milioni di immobili entro scadenze quasi immediate.

In una nota, il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha dichiarato che la direttiva “rimane un testo dagli obiettivi finali ben difficilmente realizzabili (…), che la nuova legislatura europea farebbe bene a ripensare”. Per il medesimo presidente “occorre pensare a una distribuzione equilibrata nel tempo degli interventi e ad adeguate misure economiche e fiscali di sostegno. Il tutto, senza dimenticare che il nostro territorio ha una priorità che a Bruxelles non scalda i cuori quanto il green: quella del miglioramento sismico degli edifici”.

La conclusione del podcast è affidata al commento di Gianfranco Fabi, giornalista, docente dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza: “Ormai si contano i giorni, ma è dato per certo che tra la primavera e l’estate inizierà la manovra di allentamento della politica monetaria. Un primo segnale è arrivato nei giorni scorsi dalla Banca centrale europea con l’approvazione del nuovo operational framework, il quadro operativo per “l’attuazione della politica monetaria, per assicurare un’appropriata cornice mentre il bilancio dell’Eurosistema si normalizza”. In pratica, la Bce avrà più flessibilità nell’attuare a fianco delle misure di politica monetaria definite convenzionali anche quelle che vengono chiamate misure non convenzionali soprattutto nella gestione della liquidità del sistema. In pratica, come stanno dimostrando queste settimane, l’operato della Banca centrale mira a gestire il difficile equilibrio tra il controllo dell’inflazione, che resta comunque il principale obiettivo dell’autorità monetaria, e una sufficiente dinamica dell’economia. È quindi probabile che sul fronte degli effetti concreti possa continuare nelle prossime settimane una riduzione dei tassi di interesse, non tanto di quelli ufficiali per i quali bisognerà ancora attendere, ma soprattutto di quelli di mercato praticati dal sistema bancario e in particolare sul fronte dei mutui. È altrettanto probabile che possano tornare i segni positivi per gli stessi mutui con benefici diretti anche per l’attività edilizia alle prese con i difficili equilibri da recuperare dopo il Superbonus. In questa fase il mercato bancario sembra quindi voler anticipare le mosse delle banche centrali, un segno positivo che dimostra come fortunatamente sia ancora un significativo ed efficace il livello di concorrenza”.

(*) Il podcast è a cura di Sandro Scoppa, conduce Annarita Palaia

Aggiornato il 18 marzo 2024 alle ore 09:56