Crowdfunding: evoluzioni normative

Nell’ottobre 2020 l’Unione europea ha introdotto il Regolamento europeo 2020/1503, denominato Ecsp (European Crowdfunding Service Provider), che stabilisce nuovi elementi riguardanti l’autorizzazione, l’organizzazione e la supervisione dei “fornitori di servizi di crowdfunding”. Il regolamento a cui tutte le piattaforme si sono dovute uniformare entro il 10 novembre 2023, ha introdotto regole più uniformi a livello comunitario. In particolare il regolamento prevede che:

1) Tutte le piattaforme di crowdfunding rispettino le nuove regole in termini di controlli interni, governance, idoneità dei membri interni, nonché il processo di due diligence sulle nuove iniziative;

2) Tutti i dettagli chiave degli investimenti e delle iniziative siano divulgati in un prospetto standardizzato chiamato Kiis (Key Investment Information Sheet);

3) Si disponga di un passaporto europeo per operare in altri Paesi Ue;

4) Le piattaforme possano offrire mini-obbligazioni agli investitori al dettaglio, mentre non sarà permesso loro di vendere quote di Organismi di Investimento Collettivo;

5) L’accesso alla raccolta di capitale tramite il crowdfunding di equity sia esteso a tutti i tipi di aziende (mentre prima era riservato solo alle Pmi e alle start-up innovative).

L’entrata in vigore del regolamento e il suo recepimento nel nostro Paese non è stato privo di difficoltà, sia a causa dei requisiti più stringenti richiesti dalle autorità nazionali competenti, sia a causa dei ritardi nell’assegnazione delle licenze. I benefici introdotti dal regolamento europeo, tuttavia, sono chiari e includono una maggiore trasparenza e protezione degli investitori (specialmente quelli non professionali), nonché la promozione di un mercato unico e transfrontaliero. I problemi sollevati dagli operatori italiani riguardano le garanzie aggiuntive richieste dagli organi nazionali su profilo e ammissibilità degli investitori e la necessità di avere un bilancio certificato da un revisore contabile (il che li rende intermediari finanziari a tutti gli effetti). A questo si aggiunge il fatto che nel nostro Paese non è al momento autorizzato il mercato secondario (il che riduce sensibilmente la liquidità degli investimenti) né la possibilità per gli investitori retail di sottoscrivere titoli di debito come i minibond.

Si prevede che nei prossimi mesi il processo di trasformazione del mercato del crowdfunding continuerà con un ulteriore impulso verso il consolidamento e la formazione di super-piattaforme con scala sempre più europea. Da un lato la maggiore concentrazione rischia di trasformare i piccoli player in piattaforme di raccolta fondi, con processi standardizzati per gestire il volume delle transazioni e incrementare i ricavi commissionali da parte dei player maggiori, che ne controllano la maggioranza. Dall’altro lato, è attesa una crescente frammentazione in nicchie altamente specializzate per geografia, tipo di utente, modello di finanziamento e tipologia di operazione, in direzione di una crescente modularità della piattaforma al fine di soddisfare le esigenze uniche delle diverse tipologie di investitori.

Aggiornato il 19 aprile 2024 alle ore 12:21