Vax, no vax: “disinformatja” e vergogne di Governo

La “disinformatja” è un termine russo con il quale si indicava una particolare tecnica di controspionaggio sovietico che, suggerendo informazioni errate all’avversario di turno, cioè avvalendosi appunto di una autentica “disinformazione”, permetteva di disorientarlo inducendolo a scelte parimenti errate.

Proprio questa disinformazione, secondo la stampa nazionale del tutto uniforme e le televisioni, sarebbe alla base delle errate convinzioni dei no vax: una serie di false notizie e di false indicazioni che indurrebbero una parte della popolazione, spinta a credere a complotti nazionali e internazionali orditi allo scopo di permettere alle multinazionali di vendere i vaccini, a schierarsi contro le vaccinazioni di massa.

Tuttavia va osservato che proprio quella stampa, che lamenta una tale disinformazione, ne consuma un’altra di analogo e peggior spessore in quanto equipara – si veda il Corriere dei giorni scorsi – i no vax a coloro che rifiutano i vaccini. Così non è. Infatti, coloro che rifiutano i vaccini lo fanno, in larghissima maggioranza, per il semplice motivo che hanno visto con i loro occhi e ascoltato con le loro orecchie le troppe inesattezze e menzogne elargite dal sistema politico-sanitario, le troppe mezze-verità, le troppe evidenti sciocchezze spacciate per dogmi di fede, i tentativi continui di addomesticare un popolo considerato come gregge e non come un insieme di esseri pensanti dotati di capacità critica: in una sola parola, un vero e grave attentato alla democrazia liberale in cui dovrebbe consistere il nostro ordinamento.

Sicché come i favorevoli al vaccino esercitano – vaccinandosi – un loro diritto costituzionalmente protetto, allo stesso modo coloro che sono contrari esercitano – non vaccinandosi – un egual diritto costituzionalmente protetto: tutto qui. Definire chi non si vuol vaccinare come no vax rappresenta perciò un caso lampante di “disinformatja”, di struttura identica ma di significato politico assai più grave di quella denunciata a carico dei contrari al vaccino: come dire che colui che denuncia i ladri ruba per primo.

Va però ancora osservato, con grande amarezza, come il Governo italiano si stia comportando con estrema furbizia che rasenta la furfanteria con i suoi cittadini. Accade infatti ciò che facilmente potei prevedere un anno fa circa: che cioè da un lato il Governo non rende obbligatorie le vaccinazioni, ma da altro lato edifica oneri sempre più numerosi e asfissianti in modo da ottenere il medesimo risultato ma senza pagare dazio. Detto in modo più chiaro: se il Governo rendesse con legge obbligatori i vaccini, se ne dovrebbe assumere in pieno la responsabilità politica, morale e giuridica, indennizzando pure coloro che potrebbero averne effetti negativi indesiderati sulla salute. Decide perciò di non farlo e così scarica ogni responsabilità – morale, politica e giuridica – sui cittadini (medici e pazienti): insomma, lancia la pietra e poi nasconde la mano, al modo di un qualunque “furfantello di periferia”.

Non basta. Non contento di questo primo sotterfugio, il nostro bravo Governo pensa bene di raggiungere il medesimo scopo di vaccinare tutti, nessuno escluso, in via indiretta, senza sporcarsi le mani con fastidiose assunzioni di responsabilità. E lo fa edificando in sede normativa una serie crescente di oneri, congegnati cioè giuridicamente non come obblighi assoluti, ma come doveri da rispettare necessariamente se si vuole svolgere una certa attività. Così, se vuoi andare al cinema, devi vaccinarti o farti il tampone; lo stesso se vuoi andare a teatro, al ristorante, al museo, in treno, in aereo. A breve, chi non è vaccinato non potrà più uscire di casa, con tanti saluti al diritto e alla Costituzione.

In questo modo il Governo, come dicevo, ottiene il risultato voluto – che tutti siano vaccinati – ma senza assumersi alcuna responsabilità, in via indiretta, obliqua. Siamo in presenza, come si vede, di una manovra di bassa lega, degna di un truffatore dedito sistematicamente alla frode e terribilmente antigiuridica, perché è evidente come subordinare al vaccino ogni attività in cui si esplica la personalità di un essere umano significhi, di fatto, lederne le più inviolabili dimensioni: cosa ammissibile, in caso di reale emergenza, solo se fatta in modo palese, per legge ordinaria e non in modo indiretto, obliquo, occulto. Insomma, una vergogna! Una vergogna di Governo!

Aggiornato il 06 settembre 2021 alle ore 09:12