State of the Net: comprendere il web /1

Nel primo quadrimestre del 2013 i tweet scritti dagli italiani sono stati 71,7 milioni, la crescita dell'inserimento degli hashtag è aumentata del 30%, 22% in più rispetto al 2012, così come i retweet (il 25% degli utenti li attua con un 7% in più rispetto allo scorso anno). A dimostrazione di una maggiore comprensione da parte degli utenti delle grammatiche del mezzo, utili ad entrare in conversazione, ossia di un suo uso più maturo. Calo invece dell'inserimento dei link, mentre cresce la geolocalizzazione del 2%. E ancora: il 63% degli italiani connessi dichiara di bloggare. Il 10% lo farebbe quotidianamente, mentre il 43% almeno una volta al mese. Si tratta di dati superiori rispetto alla media europea, con una crescita del 378% rispetto al 2010. I termini "Elezioni" e "Ruzzle" si contendono i picchi di ricerca nei primi mesi dell’anno e Facebook Italia è diventato il luogo di incontro in Rete con 3 miliardi di "like" e 288 milioni di foto caricate al mese.

Sullo spinoso tema della sicurezza: nel 2012 i clienti della piattaforma cloud Akamai hanno riportato 768 attacchi (dDoS) con una crescita annua che si attesta sul 200%. Più di un terzo del target colpito è rappresentato da attività commerciali. Dati, cifre, ancora dati, e ancora cifre snocciolati da esperti e studiosi della rete in occasione della seconda edizione del convegno triestino “State Of The Net”(#sotn 13, State of the net), svoltosi ai primi di giugno e dedicato quest'anno al decisivo tema della complessità della rete. È proprio la complessità il grimaldello per una lettura consapevole di ciò che vive nel web. È la complessità che apre una finestra sulla comprensione del passaggio dai dati all'informazione, da essa alla conoscenza e infine alla "saggezza" nell'utilizzo e dell'ottimizzazione del bagaglio informativo-informatico sia nell'ambito lavorativo che relazionale. Non mero esercizio statistico di computazione dei dati, dunque, ma una sorta di viaggio conoscitivo su come l'informazione possa generare modelli mentali capaci di spostare la percezione della complessità su realtà diverse. L'approccio è, anche in questo caso, fondamentale e seguire questa rotta concettuale ed operativa al medesimo tempo, significa, come ha ben spiegato Luca De Biase (blog.debiase.com) sviluppare una nuova consapevolezza in quanto fruitori e darsi la possibilità di uscire da una dimensione passiva e comprenderne le dinamiche di cambiamento, gli aggiornamenti e l'innovazione che si sposta lungo i canali della rete.

Un "racconto" questo sul web, sui suoi "luoghi", le sue finalità e sui suoi strumenti la cui stesura, è questa la certezza ribadita nel corso di Sotn, non può però prescindere da un approccio interdisciplinare che si sottragga agli esclusivi confini dell'informatica e si apra alle analisi della semantica, della matematica fino alla filosofia in quanto utilissimi strumenti ermeneutici utilissimi per penetrare quella complessità che rappresenta l'elemento peculiare del sistema, per nulla lineare, della rete. E che perciò impone migrazioni graduali. È proprio l'interazione di questi metodi conoscitivi e di indagine a collegare i passaggi e le realtà in una infrastruttura sempre più luogo di rodaggio e insieme trampolino dell'innovazione e dei suoi processi. Anche perché il raggio conoscitivo di ciò che si muove sulla rete è ampissimo e va dalle app per migliorare i cosiddetti "tracking data" all'"ottimizzazione del tempo", dal controllo del grado di produttività quotidiana (Stay focused), agli strumenti per tener sotto controllo il proprio peso quotidiano ad applicazione su cui registrare il proprio stato d'animo, fino alla registrazione del numero dei post dei link e degli status e alla registrazione dell'attività dei propri contatti in rete. Ma è forse sul piano delle "attitudini" dei fruitori del web che, durante il convegno triestino, sono stati presentati i dati più interessanti. Grazie allo studio del team di analisti e linguisti computazionali di Blogmeter e le analisi di Social Listening che sono state svelate le abitudini, le conversazioni e gli umori degli italiani su internet.

La relazione presentata da Vincenzo Cosenza (vincos.it) registra, ad esempio, nonostante una flessione di visitatori rispetto allo scorso anno, un uso più consapevole dello strumento con un flusso spalmato uniformemente su tutti i giorni. Un'attenzione, quella su Twitter, che può apparire ossessiva ma che è spiegata con la maggiore disponibilità di una realtà aperta, a differenza di Facebook dove molte conversazioni avvengono tra cerchie di amici e sono quindi private e più chiuse. Così si scopre che emerge una maggior uniformità dell'attività durante la settimana con calo nei weekend e preferenza di orario tra le 20.00 e le 22.00. Evidente prova, questa, che si usa twitter per commentare le trasmissioni televisive. Twitter diventa una sorta di secondo schermo TV. Quanto ai contenuti del tweet i temi più sentiti riguardano proprio le modalità di utilizzazione del mezzo stesso, il retweet, i media con #Sanremo2013 che ha raggiunto il 2 posto nella classifica dei più twittati e la cronaca/politica (più seguiti gli hashtag #elezioni 2013, #Berlusconi e #Bersani).

Interessante poi l'analisi degli hashtag, vero collante delle conversazioni raggruppati in tre macro categorie: le pratiche sociali: #rt il più utilizzato; #sapevatelo; #news; #ff e #coseimbarazzantisudime, a riprova dell'abitudine al gioco collettivo su argomenti leggeri e segno di ampliamento della base utenti ad un pubblico più giovane. La visione collettiva della tv: #Sanremo2013 secondo più usato, #serviziopubblico, #tvoi, #piazzapulita,#ballarò. E infine la condivisione e il commento dei fatti ai fatti di cronaca: #elezioni 2013, #berlusconi, #m5s, #bersani e #PD. Ma i dati analitici forse più interessanti emergono con l'analisi semantica che Blogmaster ha fatto dei tweet, permettendo, attraverso lo studio delle parole, di comprendere automaticamente la positività e la negatività dei messaggi e di registrare il cambiamento delle attitudini umorali ed emotive degli italiani: negativi nei primi quattro mesi soprattutto in concomitanza con il blocco politico-istituzionale, con una breve pausa a Capodanno e San Valentino e in occasione dell'elezione del Papa, giornate in cui le conversazioni sono state segnate da espressioni di amore e gioia, al contrario di quanto è avvenuto nel giorno della rielezione di Napolitano contrassegnata su twitter da disgusto e rabbia.

La totalità, ovviamente sfaccettatissima, di queste informazioni restituisce la poliedricità e la complessità delle realtà presenti sul web, imponendo in termini di particolare attualità l'interrogativo se il web ci renda più stupidi o più intelligenti. La risposta è tutta nella capacità di innescare quella sorta di processo alchemico che prendendo le mosse da meri dati approdi al loro "saggio" utilizzo ed alla applicazione del bagaglio conoscitivo nella gestione e ottimizzazione lavorativa, relazionale e politica. In un percorso che, come detto con insistenza da De Biase, con meccanismo simile a quanto è avvenuto nella progressiva coscienza ecologica, «consenta al gesto del singolo di avere importanza per l'insieme e la qualità dell'insieme ad essere un valore per il singolo individuo».

(1/ continua)

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 02:50