Il ritorno all’ovile di Sandro Bondi

In passato scrivemmo che Silvio Berlusconi faceva male a dare quel ruolo così importante nel partito a Sandro Bondi, che non doveva dimenticare le origini “bolsceviche” del neo coordinatore del tempo, fummo anche redarguiti per il nostro essere illiberali per le parole scritte dall’allora portavoce Paolo Bonaiuti…

Quindi, non ci meravigliamo più di tanto a seguito delle dichiarazioni bondiane sulla “fine di Forza Italia e che bisogna dare una mano a Renzi…”. Il vecchio comunista è ritornato idealmente all’ovile da dove, fulminato sulla via di Damasco, era fuggito per seguire il “messia” Silvio. Ora, dopo l’addio di Bonaiuti, l’altro “fedelissimo” in fuga, dovremo assistere al deponete le armi del poeta politico che mal digeriva le battaglie dell’agone politico, urtato nella sua sensibilità dai modi spicci di Verdini e dalle spire della pitonessa Daniela.

Non si danni troppo, il partito come il suo presidente hanno di meglio da fare che rincorrere l’infedele di turno.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:09