Le guerre non cadono dal cielo

Il conflitto tra Russia e Ucraina non è stato un evento improvviso

L’insieme delle informazioni che ci arrivano dall’Est è fatto di molte immagini drammatiche, purtroppo molto simili a tanti altri avvenimenti violenti dei nostri giorni, e un mosaico di minicronache di difficoltà, dolore e disperazione di chi si trova a subire quanto gli accade intorno. La sensazione che se ne ricava è che improvvisamente qualcuno abbia perso il senno e si sia lanciato una folle corsa all’espansione verso un Paese inerme e che eroicamente difende i propri confini. Forse sarà anche così ma già nel 2014 c’erano stati referendum per l’indipendenza delle regioni orientali dell’Ucraina e per l’adesione alla Federazione russa. I risultati sono stati duramente contestati dalle due parti fino ad arrivare all’Accordo di Minsk, nel settembre 2014, che avrebbe dovuto contenere lo scontro tra le due fazioni. Per otto anni ci sono stati scontri e aggressioni che avrebbero almeno dovuto mettere in allarme il mondo occidentale.

Fino alla fine del 2021 si considerava la zona ad alto rischio tanto che in uno splendido articolo apparso sul Corriere della Sera del 27 dicembre, Antonio Armellini scriveva “Non è guerra, ma potrebbe esserne la vigilia” e poi, ricordando una espressione del Cancelliere Bismark, sosteneva che spettava in questo caso all’Unione europea essere “onesto sensale” tra Russia e Stati Uniti. Dunque, perché si è lasciato che tutto questo accadesse? La Federazione russa ha già nei confini occidentali diversi paesi come l’Ungheria, la Polonia e la Repubblica Ceca nella Nato ed era quindi evidente che avrebbe ostacolato il tentativo dell’Ucraina di aggiungersi a questo schieramento oggettivamente più militare che politico. Il ruolo dell’Europa avrebbe potuto essere decisivo anche perché si tratta di crisi già viste e affrontate nel corso dei secoli. Ora siamo candidamente in prima linea nell’aiuto ai profughi ucraini e condanniamo all’unanimità l’invasore. Una volta si diceva: chi è senza peccato.

Del resto anche i nostri politici hanno le loro responsabilità non fosse altro che quella di non aver mai alzato gli occhi al cielo nella Sala Maccari del Senato dove un fregio sotto le decorazioni riporta a grandi lettere una frase di Guicciardini: “Osservate con diligenza le cose dei tempi passati perché fanno lume alle future e quello che è e sarà, è stato in altro tempo”. L’affresco fu inaugurato nel 1890 e cento anni dopo, dalla dissoluzione della Russia sarebbe nata l’Ucraina. Oggi ci troviamo in grande difficoltà sul fronte economico e su quello energetico anche questi annunciati da tempo e non solo a causa della guerra.

Il fronte ambientalista con le alte tassazioni sulle produzioni più inquinanti ha contribuito a rendere le bollette insostenibili e nel contempo le centrali nucleari “verdi” al pari dell’eolico, del solare e dell’idrogeno. Questo sarà il vero conflitto del futuro: il possesso delle fonti di energia. Le ideologie e il buonismo a tutti i costi vanno messi da parte perché ci sarà bisogno di persone preparate e pragmatiche che dovranno costruire un nuovo equilibrio sociale e politico. Gli slogan e i manifesti colorati lasciamoli ai follower di qualche santone pseudo-ecologista o a quelli di un’adolescente svedese.

Aggiornato il 10 marzo 2022 alle ore 19:12