Distorsioni dell’ordinamento scolastico

Come funziona il sistema scolastico sul versante disciplinare? Lo stesso organo che accusa (ossia il dirigente scolastico) ha il potere di giudicare e di sanzionare. In sostanza, non esiste un’autorità che sia terza e neutra, ovvero una figura “super partes”.

Allorquando un dirigente promuove una preventiva contestazione d’addebito e avvia un procedimento disciplinare nei confronti di un sottoposto (che sia un docente o un Ata), e in seguito lo convoca in sede di giudizio, è il medesimo dirigente che sentenzia e infligge un’eventuale sanzione nei confronti del dipendente. In altri termini, non mi sembra che si tratti di un ordinamento corretto ed equilibrato, e ancor meno democratico.

Il sistema in questione è arbitrario e sbilanciato a netto favore del dirigente scolastico, vale a dire a vantaggio di quell’organo gerarchico che si erge sul piedistallo del pubblico ministero” e, contemporaneamente (!), del “giudice arbitro” che trattiene quell’autorità per emettere una sentenza. A maggior ragione, un tale meccanismo “giuridico” risulta oltremodo iniquo e squilibrato, se si tiene pur conto dei poteri e delle prerogative che la Legge 107 del 2015 (altrimenti nota come la “Buona scuola”, varata dall’allora Governo Renzi) attribuì ai dirigenti scolastici immessi in ruolo.

Aggiornato il 19 giugno 2023 alle ore 18:53