In memoria della Smemoranda

Ma che davvero?”. La domanda suona pressappoco così. La macchinetta del caffè sul fornello. I bambini da preparare per la scuola. La vita che comunque va avanti. E la consapevolezza che la gioventù che hai dentro, anche se l’anagrafe dice altro, perde un altro pezzo. E che pezzo. La Smemoranda, infatti, posa – è il caso di dirlo – l’agenda al chiodo. Nei giorni scorsi, l’asta che si è tenuta a Milano per rilevare il marchio e provare a indicare una retta via per il futuro, è andata deserta. Il prodotto, una vera icona generazionale, vede la parola fine. La pandemia, le difficoltà economiche, gli investimenti che non lasciano il segno, la concorrenza, le cartolerie in crisi, i diari d’istituto obbligatori nelle scuole hanno fatto il resto.

Un cerchio che si chiude, insomma. E che fa male. La Smemoranda è stata fondata nel 1979 dal duo di scrittori Gino e Michele. Al suo successo hanno contribuito, anche, artisti come Jovanotti, Ligabue, Piero Pelù. Puntualmente, l’anno scolastico iniziava con questo accessorio, che non poteva mancare. C’è chi lo ha conservato, come un cimelio. E chi, invece, ricorda come dal suo osservatorio (fila all’ultimo banco, destra o sinistra non importava, alla fine cinque anni sarebbero comunque trascorsi in fretta) se ne fregava del climax e della logica di Hegel, perché impegnato a fissare quella compagna – che aveva l’astuccio assortito con le penne più improbabili – che lucidava a suo modo quell’agenda dove, oltre ai compiti di rito, trascriveva i pensieri più o meno sdolcinati rivolti al fidanzatino di turno. Altri, invece, puntavano la Smemoranda dove infierire i commenti più bestiali. Ma sempre con un certo rispetto. La Smemoranda, alla fine, era un trend topic quando non c’erano i social. Un po’ come lo zaino dell’Invicta. O stavi di qua, oppure stavi di là. Anche se non è mai stato chiaro il perché di queste distinzioni. Ma tanto è.

Mai caffè è stato più amaro. Mentre i bambini sono già pronti per la scuola. Così in quei minuti che separano il suono della campanella dalla corsa verso l’ingresso, ci sarebbe il tempo per raccontare il significato che ha avuto la Smemoranda per i quarantenni di oggi. Ma poi ci sarebbe da spiegare chi fosse Hegel. E il discorso non andrebbe avanti. Perché parlare di quella compagna che fissavi metterebbe un po’ di nostalgia. Soprattutto oggi che la Smemoranda potrebbe aver voltato l’ultima pagina.

Aggiornato il 22 gennaio 2024 alle ore 17:47