Pagina 6 - Opinione del 11-8-2012

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ello scegliersi un candidato alla vicepre-
sidenza, Mitt Romney non sta solo se-
lezionando una persona: sta anche - o so-
prattutto - tentando di concludere un
negoziato con l’ala conservatrice del Partito
Repubblicano, che durante le primarie ha
lungamente contrastato la sua candidatura
e sulla quale egli sa bene di essere riuscito ad
avere la meglio solo perché essa non è riuscita
a compattarsi su una candidatura alternativa
da contrapporgli. Ebbene: negli ultimi giorni
l’ala conservatrice del partito ha reso pubblica
la propria preferenza, in modo alquanto
esplicito. Il
Wall Street Journal
, di gran lunga
il principale quotidiano conservatore degli
Stati Uniti, è uscito con un
editoriale (non firmato,
quindi ancora più autore-
vole) dal titolo: «Perché
non Paul Ryan?», nel
quale si depreca la ten-
denza dell’establishment
ad osteggiare come «trop-
po rischiosa» la candida-
tura vicepresidenziale del
carismatico 42enne depu-
tato del Wisconsin, presi-
dente della Commissione
Bilancio della Camera e
paladino dei tagli alla spe-
sa pubblica. Il rischio che
pare spaventare tanto «i piscia-a-letto di Wa-
shington», si legge nell’editoriale del
Wsj
, è
che Ryan sia uno troppo radicale, portatore
di idee troppo estreme (da anni propone una
sorta di privatizzazione di parte del welfare).
In realtà, proprio questo è il suo grande pre-
gio: Ryan è uno che crede veramente nelle
N
sue idee, e che pone con genuina convinzione
il problema di ridefinire il ruolo dello stato
prima che sia troppo tardi, prima che ci si ri-
duca come in Grecia; e per di più sa farlo col
il sorriso, un po’ come faceva Reagan. Per
caricarlo del maggior calibro possibile, l’edi-
toriale del
Wsj
è stato seguito ieri da un pezzo
di rincalzo firmato da intitolato «The Ryan
Express» nel quale si spiega quanto e quale
entusiasmo stia montando nel mondo con-
servatore attorno all’ipotesi di un ticket Rom-
ney-Ryan, accompagnato da un altro in cui
si racconta di una spaccatura dei repubblicani
tra il partito degli “audaci” e il partito dei
“prudenti”, che, per non prestare il fianco a
polemiche da parte del
Team Obama, preferireb-
bero una scelta più aset-
tica come l’ex governato-
re del Minnesota Tim
Pawlenty o il senatore
dell’Ohio Rob Portman.
La presa di posizione del
Wsj
è tutt’altro che isola-
ta, anzi: anche il settima-
nale
Weekly Standard
, te-
stata di riferimento del
mondo neoconservatore,
è uscito con un editoriale
che sponsorizza il ticket
Romney-Ryan; e sempre
ieri Rich Lowry, direttore della prestigiosa
rivista conservatrice
National Review
, ha fir-
mato sul quotidiano conservatore
New York
Post
un corsivo nel quale invita i repubblicani
a «non avere paura di Ryan».
ALESSANDROTAPPARINI
alessandrotapparini.blogspot.it
bbiamo in passato messo in luce alcuni
disallineamenti dell’area euro, che de-
terminano l’allargarsi dei sentimenti pro e
contro l’Euro. Citavamo l’allargamento dello
spread che genera, in un area dove manca
l’unione fiscale e bancaria, lo spostamento
di capitali dai paesi deboli (Piigs) verso i paesi
forti (Germania, Olanda, Francia ecc). Fe-
nomeno che rientra nella normalità in eco-
nomie di mercato propriamente dette, un pò
meno fra economie che dovrebbero far parte
di un “mercato unico”. I tedeschi sono ben
consapevoli delle rischiosità che corre l’euro,
delle possibilità di sbriciolarsi e allora perché
continuano a tenere una posizione rigida ver-
so i paesi periferici ed a li-
mitare l’operatività della
Bce? Uno dei motivi è che
la Buba non vuole allen-
tare le tensioni sui paesi
periferici, che porterebbe-
ro la classe politica a non
attuare le riforme struttu-
rali di cui necessitano i
paesi. Quanti di voi cre-
dono che nel caso in cui
lo spread fra Btp e Bund
scendesse a quota 250
bps, l’attuale governo fa-
rebbe i compiti a casa? In
Italia sono state fatte due
riforme che risultavano necessarie, quella
delle pensioni e quella del lavoro. Al di là
della bontà o meno di queste riforme, qual-
che giorno fa l’ex ministro Daniamo (Pd) ha
portato in commissione Lavoro una proposta
di legge composta di 5 articoli. Che propone
un allargamento della platea degli esodati
A
che porterebbe un ulteriore aggravio sul bi-
lancio dello stato di circa 5 miliardi di euro.
In più hanno pensato di introdurre un nuovo
canale di pensionamento che riporta la pos-
sibilità di andare in pensione a 58 anni. In
sostanza si tenta di mandare in pensione fino
al 2015 dipendenti di età di 58 anni gli uo-
mini (57 donne) e fino al 2017 uomini con
l’età di 59 anni (donne 58), con 35 anni di
contributi. Con questa proposta per i pros-
simi 5/6 anni avremo ancora le tanto amate
“quasi” pensioni baby. Pensate che al 2010
l’età media in cui si è andati in pensione è
58 anni. La riforma delle pensioni è stata
fatta e dei “fenomeni“ già pensano di cam-
biarla, a tutto favore di
quelli che sono vicini al
pensionamento, trascu-
rando che a pagare sono
i trentenni/quarantenni
attuali. Ciò inciderebbe
sul cuneo fiscale dei lavo-
ratori, che causerà un au-
mento del costo del lavo-
ro con relativa perdita di
competitività. Qui non si
imita la Germania, ma si
fa esattamente il contra-
rio. Allora sorge sponta-
nea la domanda: per qua-
le motivo i tedeschi
dovrebbero fidarsi di noi? Questa è credibi-
lità e noi non siamo credibili. Purtroppo la
mancanza di “fiducia” dei mercati rende dif-
ficile piazzare titoli sul mercato e quindi lo
spread sale (e di luce in fondo al tunnel an-
cora niente).
ANDREWTANCREDI
Fare i compiti a casa
per salvare la credibilità
Per quale motivo
i tedeschi dovrebbero
fidarsi di noi?
Non siamo credibili.
La mancanza di fiducia
dei mercati rende difficile
piazzare sul mercato
titoli. E lo spread sale
Per i conservatori,
a Romney serve Ryan
Wall Street Journal,
Weekly Standard
e National Review
spingono il deputato
delWisconsin
verso la candidatura
alla vicepresidenza.
Una scelta rischiosa?
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SI RINGRAZIA L’EDITORE PER LO SPAZIO CONCESSO
L’OPINIONE delle Libertà
SABATO 11 AGOSTO 2012
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