Lezione di cultura dal Marocco

Se leggere apre le menti, sviluppa e stimola la fantasia, produce progresso e ricchezza, allora siamo sulla strada sbagliata. Possiamo, dati alla mano, affermare che l’industrializzato occidente sta subendo un’involuzione culturale che produce effetti devastanti. Non si leggono i giornali, figuriamoci i libri. Quindi non si pensa, non si elabora e non ci si evolve abbastanza per poter tenere il passo di un mondo che diventa sempre più globalizzato.

Joseph Addison diceva che “la lettura è per la mente quel che l’esercizio è per il corpo”. Leggere è un diritto dei cittadini e sappiamo anche che l’informazione è una funzione della democrazia. Ma il cittadino sceglie liberamente? Sceglie anche consapevolmente? E quanto consapevolmente? Se non si legge, però, non si esercitano questi diritti perdendo motivazioni, autostima, empatia, capacità d’introspezione, capacità di lavorare in team e di rispettare le altre persone, capacità competitive e, soprattutto, collaborative e capacità di saper trasmettere e condividere le proprie conoscenze e il proprio entusiasmo.

I dati sulla lettura in Italia sono preoccupanti e ci inducono a riflettere. Una ricerca fatta di recente afferma che il 62 per cento degli italiani non legge quotidiani, a parte quelli sportivi, e nemmeno un libro l’anno. L’Italia sta andando alla deriva e non capisce che la lettura, garante della formazione e della cultura di un popolo, e lo sviluppo economico di un Paese vanno di pari passo. Secondo Daniel Pennac, “il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”. Infatti, facendoci muovere nel tempo e nello spazio, la lettura elimina le barriere spazio temporali, ci libera dalle convenzioni e arricchisce le nostre esistenze. La lettura è anche e soprattutto un piacere, fisico e psichico.

Sostengo, oramai da anni, che un dato di fatto assodato è quello che appena sotto il 38° parallelo, e soprattutto in Marocco, si legge tanto. Il processo di democratizzazione e modernizzazione lanciato dal giovane re Mohammed VI ha dato dei risultati abbastanza evidenti, in quanto sta favorendo l’evoluzione del concetto della libertà, tra i quali anche quello della libertà di stampa e di espressione. Questo processo evolutivo sta favorendo la crescita del numero delle testate giornalistiche, sia cartacee sia telematiche. Solo nel 2013 sono state registrate più di quattrocento testate on-line, fatto che ha spinto il Governo marocchino ad emanare una legge ad hoc per la regolazione del “diritto d’autore” e del controllo delle frodi telematiche che si configurano nel reato di plagio. Il dato clamoroso, però, è l’evoluzione anche delle testate cartacee che sono la dimostrazione che i sudditi di Mohammed VI leggono tanto e molto di più della civilizzata Europa. Questa evoluzione della stampa è suffragata da numeri importanti: le testate cartacee, quotidiane, settimanali e mensili, sono aumentate del 300% in dieci anni. Dato che dimostra che mentre in Europa le testate cartacee diminuiscono, in Marocco i lettori favoriscono lo sviluppo dell’editoria e della stampa, quindi leggono tanto e molto di più. Il Governo, inoltre, ha concesso degli incentivi statali uguali per tutte le testate, 20mila euro all’anno per qualunque cittadino che voglia editare un giornale, cosa ben diversa di quello che succede per l’editoria in Italia. Questi incentivi riguardano anche chi vuole scrivere un libro, perché è garantito un contributo per ogni edizione pubblicata.

Un altro aspetto positivo di queste incentivazioni sono i processi evolutivi di alfabetizzazione e istruzione, lanciati nel 2001, che hanno contribuito alla diminuzione dell’analfabetismo dall’82% al 38%. Mi permetto una stoccata, l’Italia ha questo punto tra tanta televisione spazzatura, tante riviste patinate zeppe di gossip o tanti quotidiani e settimanali che si limitano solo a discutibili retroscena senza alcun approfondimento dell’argomento, ha subìto l’evoluzione dell’ignoranza, tanto che viene sempre più spesso la tentazione di evocare il maestro Alberto Manzi. Il processo di alfabetizzazione ha fatto aumentare il numero di cittadini che leggono; ogni marocchino legge fino a cinque testate al giorno, incentivato anche dal costo minimale della copia in edicola, che va dai trenta ai cinquanta centesimi di euro.

Infine, ho rilevato che la comunità magrebina in Italia legge tanto e attentamente le notizie e gli approfondimenti di politica estera e italiana dai giornali in lingua araba on-line, tra i quali il più seguito è Almaghrebiya.com. In base a quanto detto, ritengo che proprio dal Marocco, piccolo Paese che ha imboccato la strada dell’evoluzione democratica, giunga una lezione di civiltà e cultura da non sottovalutare perché con poche risorse e con mezzi usati, che sono dismessi dall’opulenta Europa, si può fare crescere un Paese investendo in cultura. Una lezione di cultura?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:34