“Il sogno americano”   grazie ad un esperto

Analizziamo spesso le dinamiche che portano sempre più italiani a emigrare negli Stati Uniti, e abbiamo pensato di parlarne con l’avvocato Annalisa Liuzzo (nella foto), che ci può dare il punto di vista di chi aiuta tanti italiani a capire cosa va fatto, come e quando, per provare a realizzare il proprio sogno americano. Annalisa è un classico esempio di riuscito mix tra Italia e America: gentile e competente, entusiasta e attenta, appassionata e dedicata.

Annalisa, tu incontri ogni anno diversi italiani che hanno il sogno di spostarsi a vivere e a lavorare negli Stati Uniti. Chi sono questi italiani, e perché vogliono andare negli Usa?

Faccio l’avvocato da 15 anni, e devo dire che ho visto evolvere l’emigrazione italiana negli Stati Uniti in questo periodo. All’inizio della mia carriera incontravo principalmente il classico importatore di prodotti italiani, soprattutto enogastronomici, insieme a giovani laureati di famiglie piuttosto benestanti. Ma oggi sono aumentati sempre più i ragazzi dotati di grande talento e voglia di farcela, consapevoli che negli Stati Uniti lavorando duro avrebbero avuto una possibilità. Oggi questi italiani continuano ad arrivare, e oltre a loro vengono anche coloro che vogliono investire qui, altri che semplicemente comprendono la necessità di avere nel loro curriculum un’esperienza negli Usa - in aziende americane o in aziende italiane che operano qui; e infine chi cerca di aprire una sua azienda direttamente negli Stati Uniti. Gli anni di crisi in Europa hanno contribuito ad aumentare le richieste da parte di nostri connazionali, e non mancano coloro che oggi vogliono provare a scommettere su un deciso cambio di vita dovuto alle condizioni nelle quali a loro avviso si trova l’Italia.

Quali sono le domande più frequenti che ti fanno, le situazioni più comuni che ti capitano?

Generalmente la domanda che mi sento fare di più è: posso lavorare per conto mio, come professionista autonomo? E purtroppo devo dire loro che non possono. Ovviamente la questione dei visti è quella più importante. Il visto che richiedo più spesso per conto dei miei clienti è il visto E, perché esiste un trattato tra Italia e Stati Uniti secondo il quale le società italiane che fanno affari con gli Usa possono impiegare qui manager e dirigenti provenienti dall’Italia; spesso richiedo il visto E anche per investitori che vogliono monitorare e dirigere le aziende in cui hanno investito. Un altro importante settore in cui sono numerosi e davvero molto talentuosi gli italiani che richiedono un visto è quello degli artisti, degli attori e di coloro che fanno parte del mondo dello spettacolo per i quali si richiede il visto O. Inoltre c’è il visto H1B: purtroppo ogni anno ne vengono rilasciati solamente 65mila, e richiede che venga offerto un lavoro da parte di un’azienda americana ad un individuo non americano che abbia una specifico laurea specialistica: ci sono diversi italiani altamente qualificati e specializzati che entrano negli Usa con questo visto.

C’è la speranza che la nuova emigrazione di italiani giovani e professionisti possa aiutare a rinfrescare un po’ la comunità italiana e combattere meglio gli stereotipi dei quali ancora oggi sono vittime gli italoamericani?

Me lo auguro. È vero. Arrivano negli Usa italiani con altissime qualità e un’elevata formazione professionale, che naturalmente stanno portando la loro gioventù e innovazione alla comunità italiana che è qui permettendole di mutare e aggiornarsi. In giro per New York sento spesso parlare italiano, molto di più di quanto non mi accadesse quando ero bambina: e mi capita molto di frequente di sentirmi dire che sono fortunata, quando parlo con qualcuno americano e dico di essere italiana. È aumentato il livello di eccellenza e qualità di ogni cosa italiana qui: pensiamo ai ristoranti italiani, oggi ce ne sono qui alcuni che sono fra i migliori al mondo, e sono cresciuti molto rispetto a quelli di una volta. Certamente questa cosa contribuisce molto a promuovere il cambiamento verso gli stereotipi che ci riguardano, ed è un trend che per fortuna proseguirà aiutando sempre più ogni italiano in America a sentirsi apprezzato per il suo reale valore, come è giusto che sia.

A coloro che hanno il sogno di vivere e lavorare negli Stati Uniti, che consiglio daresti?

Se hanno questo sogno devono avere un piano, e dotarsi della giusta grinta. Ho visto tanti italiani avere successo qui, e tutti hanno capito che non basta semplicemente avere un prodotto di qualità, o grandi capacità personali, o l’idea giusta. Bisogna imparare a conoscere gli Stati Uniti, adattarsi a questo mercato, integrarsi con le sue regole culturali ed economiche. Si deve credere in sé stessi e nelle proprie capacità e comprendere quale sia la giusta strada per utilizzarli ed avere successo in un Paese che ha molte differenze rispetto all’Italia. C’è una parola che descrive questo atteggiamento, ed è “commitment”: la determinazione. È quello che rende ancora oggi gli Stati Uniti un Paese eccezionale.

 

 

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:23