Il grande miracolo   di Madre Teresa

Domani Piazza San Pietro sarà gremita in tutti i suoi spazi, Papa Francesco celebrerà la messa solenne di canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta.

Agnes Gonxhe Bojaxhiu, questo il suo nome prima che prendesse i voti e diventasse Teresa, nacque il 26 agosto 1910 a Skopje, città situata al punto d’incrocio dei Balcani, ora Macedonia ma a quel tempo Albania. Formatasi in seminario in Irlanda come suora missionaria, Maria Teresa partì subito per l’India, arrivando a Calcutta il 6 gennaio 1929. “Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù”, usava dire Madre Teresa.

Il 10 settembre del 1946, durante un viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling per il ritiro annuale, Madre Teresa ricevette l’“ispirazione”, la sua “chiamata nella chiamata”. Fondò una comunità religiosa, le Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri tra i poveri, di coloro che “non sono voluti, non amati, non curati” e indossò il sari bianco bordato d’azzurro, la veste delle sue suore. Da Calcutta le suore in sari bianco bordato d’azzurro iniziarono a viaggiare per l’India, sempre per assistere i più derelitti, e da lì in Venezuela, in Tanzania e in tanti altri Paesi, inclusi l’ex Unione Sovietica, l’Albania e Cuba. Madre Teresa volle aprire una casa della carità anche a Roma, presso la Stazione Termini, dove tutt’ora le sue suore assistono i poveri e i senzatetto.

Il mondo ben presto cominciò a conoscere le opere di questa esile suorina dal sorriso dolce e i grandi della Terra vollero esprimerle l’apprezzamento; ricevette così numerose onorificenze, a cominciare dal Premio indiano Padma Shri nel 1962 e il Premio Nobel per la Pace nel 1979, che Madre Teresa accettava “per la gloria di Dio e in nome dei poveri”. Malgrado la sua salute peggiorasse, Madre Teresa si prodigò nella sua missione fino alla fine dei suoi giorni e volle incontrare Papa Giovanni Paolo II, un’ultima volta, poche settimane prima della sua morte, che avvenne a Calcutta il 5 settembre del 1997. A quel tempo le suore di Madre Teresa erano oltre 4mila, presenti nelle 610 case di missione sparse in 123 Paesi del mondo.

Le fu dato l’onore dei funerali di Stato da parte del governo indiano e il suo corpo fu seppellito nella Casa Madre delle Missionarie della Carità a Calcutta. La sua tomba divenne ben presto luogo di pellegrinaggi e di preghiera per gente di ogni credo, poveri e ricchi, senza distinzione alcuna. Meno di due anni dopo la sua morte, Papa Giovanni Paolo II volle l’apertura della Causa di Canonizzazione. A 19 anni dalla sua morte l’ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta è sempre attivo in tutto il mondo, nella linea che Madre Teresa aveva segnato. In India e in tutti i Paesi dove operano, le suore in sari bianco bordato d’azzurro sono riferimento quotidiano per migliaia di disperati, che trovano nelle Case della Carità un alloggio, del cibo e cure ai loro malanni.

A Calcutta, dove ha sede la casa madre dell’Ordine e dove all’ingresso è rimasto un cartello sul quale è scritto “Gli orari di visita a Madre Teresa sono dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18”, le suore godono di grande popolarità e rispetto e così è anche nel resto del Paese, malgrado la stragrande maggioranza degli indiani siano di confessione indù. Le suore di Madre Teresa hanno 760 missioni aperte in tutta l’India. Il primo ministro Narendra Modi, nazionalista indù, ha dichiarato che tutti gli indiani sono orgogliosi per la canonizzazione di Madre Teresa e saranno col pensiero in Piazza San Pietro. Il miracolo di Madre Teresa si compie ancora.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:27