“La Tempesta”, al Globe Theatre il dramma dell’umanità

“La Tempesta” di William Shakespeare, in scena fino al 7 ottobre al “Silvano Toti Globe Theatre di Roma“, per la regia di Daniele Salvo, è un’opera che ti avvolge. Complice la maestosità di Ugo Pagliai, pilastro del teatro italiano, nelle vesti di Prospero, e di una scenografia pensata in ogni minimo dettaglio: fin dall’inizio, momento del naufragio della nave, che porta il Re di Napoli e Antonio ad approdare sull’isola incantata di Prospero, gli spruzzi delle onde e l’odore di salsedine arrivano dritti in faccia allo spettatore.

L’atmosfera onirica, tipica del teatro shakespeariano, regna sovrana. C’è molto di “Sogno di una notte di mezza estate”: la realtà si confonde, i personaggi perdono non solo la strada del ritorno verso casa, bensì loro stessi. A tessere la tela dove s’intrecciano le loro azioni è Ariel (Melania Giglio), il demone al servizio di Prospero. 

Tra incantesimi e sortilegi in un luogo dimenticato da tutti, sepolto nel tempo, “La Tempesta” è un’opera di grande attualità. È un gioco degli specchi, il riflesso di una società “che cola a picco”, è il dramma dell’umanità: il dualismo tra peccato e redenzione. Se da una parte, infatti, Prospero vuole vendicarsi per il torto subito in passato, costatogli il Ducato di Milano, alla fine spezza l’incantesimo e abbandona la magia.

È così che alla fine gli equilibri si ripristinano. La magia se ne va. Il sogno finisce e non resta che vivere la realtà. D’altronde, “siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”.

(*) Foto di Marco Borrelli

Aggiornato il 24 settembre 2018 alle ore 11:29