Come si è trasformata la Chiesa cattolica sotto la guida di Papa Bergoglio? È la domanda che si è posto il giornalista e scrittore Arturo Diaconale, firmando un saggio dal titolo “Santità! Ma possiamo continuare a dirci cristiani?”. Il direttore de “L’Opinione delle Libertà” presenta il libro (Rubettino, 120 pagine, 12 euro) domani, martedì 27 novembre 2018, alle ore 17,30, all’hotel Parco dei Principi di Roma, in via Gerolamo Frescobaldi, 5. All’incontro partecipano: il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, il giornalista e scrittore Davide Giacalone, l’ex deputato e giornalista Alberto Michelini, il presidente dell’Anica Francesco Rutelli e il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano.

Diaconale indaga sulla libertà individuale e sulla separazione tra Stato e Chiesa, tratti identitari della civiltà occidentale. Nell’attuale situazione storica, dove è in atto non solo una scissione all’interno della Chiesa stessa, ma all’interno del mondo laico, il giornalista s’interroga sulle ragioni che hanno portato il Cristianesimo ad abbandonare il suo bimillenario legame con l’Occidente. Diaconale pone un quesito provocatorio: può un laico liberale continuare – con Benedetto Croce – a dirsi cristiano? E come può farlo, se il massimo rappresentante della cristianità respinge e ripudia la metà della propria identità?

Se la Chiesa resiste da oltre duemila anni è perché ha avuto la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mondo in cui ha operato. Ma Papa Bergoglio, da buon gesuita cresciuto a pane, peronismo e terzomondismo anticolonialista e anticapitalista, si è spinto più in là dei suoi predecessori. Fino a trasformare l’istituzione inventata da San Paolo nella più grande Ong senza navi del pianeta, specializzata nel terreno del politicamente corretto.

Abbracciando un modello globalista e pauperista di multiculturalismo e immigrazione incontrollata, il Cristianesimo sembra voler abbandonare il suo bimillenario legame con l’Occidente, per diventare una sorta di sincretismo buonista universale. Ma rinunciare alla propria identità, proprio nel momento in cui non solo il radicalismo islamico ma l’intero mondo dell’Islam usa il proprio mastice religioso per lanciare la propria offensiva di rivalsa e di “reconquista” nei confronti dell’Occidente, significa arrendersi prima ancora di combattere. Tutto questo viene presentato come una svolta progressista diretta al dialogo con le altre religioni monoteiste. In realtà, si tratta di una scelta regressiva che finisce con il cancellare quel tratto identitario della civiltà occidentale – cioè la libertà individuale e la separazione tra Stato e Chiesa – che è una delle componenti indispensabili del Cristianesimo.

Arturo Diaconale, dal 2015 al 2018 è stato membro del Consiglio di amministrazione della Rai. Dal 2016 è responsabile della comunicazione della Società sportiva Lazio. Per i tipi di Rubbettino ha pubblicato “Per l’Italia” (2012) e ha curato, con Davide Giacalone, “Democrazia e Libertà” (2004).

Aggiornato il 27 novembre 2018 alle ore 14:06