Arte e innovazione, i “Leoni di Palazzo Reale” conquistano il pubblico. Anche in 3D

Prima la curiosità, poi lo stupore. L’impatto con i “Leoni” è di grande suggestività e il contrasto tra i leoni “veri”, quelli di marmo del XII secolo appena restaurati e quelli realizzati in fibra di mais attraverso l’analisi del DNA dell’originale grazie ad una tecnologia 3D, rendono davvero l’idea di questo contrasto tra passato e futuro, tra la storia e l’innovazione.

A Palazzo Reale c’è il pubblico delle grandi occasioni per questo evento sul quale la Fondazione Federico II ha lavorato per molto tempo. Il tutto nella sempre affascinante atmosfera del Palazzo Reale che ai “Leoni” ha destinato la Sala di Re Ruggero.

Due monitor touch interattivi, istallati in Sala dei Venti, consentono ai visitatori di osservare il leone e la smaterializzazione in 3D e lo conducono virtualmente all’interno della Sala di Re Ruggero e della Sala dei Venti. Si tratta del primo degli eventi di valorizzazione del patrimonio 3D di Palazzo Reale, realizzato dall’Assemblea Regionale Siciliana.

Ed è prevedibile che, ancora una volta, l’iniziativa culturale della Fondazione riuscirà a portare palermitani e turisti all’interno del Palazzo dove i Leoni resteranno esposti per la pubblica fruizione anche nelle prossime settimane.

“Questi leoni, di immenso valore, erano finiti nel dimenticatoio – hanno detto Gianfranco Miccichè e Patrizia Monterosso, presidente e direttore della Fondazione Federico II -. Il leone, presente anche nei mosaici, rappresenta il simbolo del Palazzo. Non solo li abbiamo restaurati grazie ad una convenzione col Corso di Restauro dell’Università di Palermo, ma utilizziamo l’innovazione per viaggiare indietro nel tempo, conservare l’eredità culturale ed esaminare l’iconologia del Palazzo. Lo facciamo con un approccio multidisciplinare, che mette insieme storici e innovatori”.

Erano presenti infatti Marco Masseti, zoologo e paleoecologo del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze e Giorgio Gori, fondatore della start-up Artficial.

Masseti ha illustrato l’iconologia dei leoni: “Il leone è simbolo del fuoco e del sole – ha detto Masseti – forza fisica e vigore, resistenza, misericordia e regalità. Non si hanno notizie sull’origine del materiale lapideo di questi due leoni. Con tutta probabilità, le due sculture facevano parte di una fontana, come si deduce dalla presenza di fori per l’emissione dell’acqua in corrispondenza delle fauci e della porzione superiore della testa. Potrebbero rappresentare, come sostiene Bellafiore, l’unica parte superstite della fontana dell’Aula Verde, menzionata dai cronisti di età normanna. In quanto probabili ornamenti da fontana, i leoni del Palazzo Reale potrebbero essere posti in relazione ad altre due statue stilofore in marmo con le sembianze di elefanti che sono conservate a Mazara del Vallo, nella chiesa di San Bartolomeo”.

“Da ogni opera d’arte ricaviamo un vero e proprio DNA – ha detto Giorgio Gori, founder di Artficial – che porta quindi alla creazione del clone digitale che riproduce l’informazione al millesimo. L’arte diventa così alla portata di tutti, appassionati, cultori, semplici amanti. Leggera, permeabile, contemporanea, divertente. Così abbiamo creato un archivio straordinario di opere d’arte: trasformate in byte, ma soprattutto immuni allo scorrere del tempo”.

Aggiornato il 15 febbraio 2019 alle ore 13:04