Covid-19, UniNettuno: Il Digital Talk sulla crisi dell’industria culturale

Un confronto sugli affanni della cultura ai tempi del Coronavirus. È questo il tema del Digital Talk promosso dall’Università telematica internazionale Uninettuno, in programma oggi, alle 17. Il titolo del confronto è emblematico: “L’impatto sull’industria culturale: sopravvivenza o rilancio?”. L’obiettivo dell’evento è riflettere sulle conseguenze della crisi sul piano socio-culturale, nonché sulle misure necessarie al rilancio dell’industria culturale italiana. Il dibattito sarà moderato da Fabio Giuseppe Angelini, docente straordinario di Diritto Amministrativo dell’ateneo. Tra i relatori figurano: Giovanni Puglisi, vicepresidente dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani e preside della Facoltà di Beni Culturali di UniNettuno, James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano.

Il webinar fa parte del ciclo di eventi promossi dall’università, che si svolgono nella modalità online, con programmazione settimanale, in diretta streaming sul sito e sulla pagina Facebook dell’Università, per riflettere sugli effetti dell’emergenza da Covid-19. L’iniziativa, in particolare, sarà l’occasione per fare il punto sullo stato di salute e sulle prospettive future del mondo artistico e culturale, nonché sulle misure necessarie al sostegno e al rilancio dell’intera industria culturale italiana. 

Maria Amata Garito, rettore di UniNettuno ospita “con grande piacere, un nuovo dibattito con focus sul rilancio dell’arte e della cultura nel nostro Paese. Con questo ciclo di Digital Talks si rinnova il nostro impegno per creare riflessioni sulle ripercussioni che l’attuale fase di emergenza produce nella nostra società, sulla sfera economica, sociale, culturale e umana”. Angelini sostiene che il lockdown abbia “provocato la sospensione dell’attività di tutto il comparto dei beni culturali e delle performing arts, determinando conseguenze gravi sia sul piano economico che socio-culturale”. Secondo Puglisi, “l’industria culturale per sopravvivere, deve necessariamente conservare quello slancio vitale, che nella filosofia bergsoniana costituiva la forza fondativa dell’uomo, come della società. Perdere la cultura vuol dire perdere la vita. L’Italia non se lo può permettere”.

Aggiornato il 26 maggio 2020 alle ore 11:35