Opinioni a confronto: tecnologia e teologia

Caro Renato, oggi tecnologia e teologia sono parole affini fra di loro, visto che Dio, dal tempo del telefono e della radio, se vogliamo partire da lì, va mostrando in modo sempre più palese e certo l’aspetto ‘scientifico’ di se stesso e della Sua creazione, che non è nata dal nulla, come dice la Chiesa. Teologia è lo studio di Dio, delle cose divine e del loro rapporto con la Natura e con l’uomo, che sono sempre Dio nella sfera relativa. Ora, ci sono tante parole nella lingua italiana (ma anche nelle altre) alle quali la Chiesa cristiana, da quando è nata, dà un significato diverso da quello che noi comunemente attribuiamo a loro, specialmente nella Bibbia, quando nell’esordio della Genesi traduce l’originale ebraico barà ( che significa ‘dare forma’ a qualcosa ch’esiste già in una dimensione diversa) in creò, aggiungendovi ‘dal nulla’, quando il nulla non esiste poiché Dio è tutto ed infinito e dovunque non c’è che Lui. Barà corrisponde a yezirà, che si trova nel titolo di un altro testo ebraico, il Sefer Yetzirà (il Libro della formazione), il quale dice esplicitamente che Dio diede forma all’universo mescolando le lettere dell’alfabeto, puri e semplici suoni, quali sono le vocali e le consonanti, in una serie innumerevole di combinazioni, dando luogo a delle parole che si trasformarono in cose concrete e manifeste. In un passo delle Upanisad, un testo sacro indiano, si legge: ‘Dio disse ‘hin’ e ‘hin’ si fece fuoco, disse ‘Prastava’ e da lì nacque il vento, disse ‘Nidhana’ e si formò la Luna’. E così pure fece con le piante e con gli animali. Dunque non un semplice ‘Sia!’ (‘Sia la luce, siano le piante’ e così via). Questo è il primo tradimento della nostra Chiesa, un’offesa fatta a Dio, che trasse l’universo dalla sua essenza stessa, che come dice anche Giovanni nell’esordio del suo Vangelo, è la ‘Parola’, dalla quale sono nate tutte le cose. Ma per la Chiesa la Parola è Cristo, dal che consegue che tutte le cose le ha create Lui. Un pasticciaccio brutto della Creazione, per dirla col titolo di un libro di Carlo Emilio Gadda”.

“Eraclito diceva ‘Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma, da sempre’. E del resto nessuna della altre religioni dice che Dio ha creato le cose dal nulla. Se fosse così quale valore avrebbe la sua Creazione? Essa vale proprio perché, se così possiamo dire, è carne della sua carne, mentre la Chiesa cristiana dice addirittura che Dio è ‘staccato’ dalla sua Creazione, in quanto è puro spirito e non può sporcarsi le mani con la materia”.

“Esiodo nella Teogonia racconta l'origine del mondo e degli dèi, dalla quale sembra che la Genesi abbia tratto qualcosa. Naturalmente è un mito, ma vorrei precisare innanzitutto che Esiodo era un poeta e che i filosofi greci e romani credevano in un Dio unico e solo. Era il popolino, il volgo, la plebe, che credeva negli dèi, come del resto accadeva anche al tempo di Mosè, il quale dice che Dio era geloso perché il suo popolo adorava ‘dèi stranieri’ allontanandosi da Lui, il quale dunque se era geloso e si arrabbiava vi credeva, e lo dimostra Lui stesso quando alla fine si gloriò di averli sterminati’. I pagani erano gli abitanti del pagus, il villaggio che stava fuori dalla città, i cui abitanti erano rozzi, incolti, creduloni e non facevano buon uso della ragione. Andiamoci piano, dunque, prima di chiamare pagani indiscriminatamente tutti i popoli del mondo classico, anche perché residui del paganesimo ci sono pure nella religione cristiana, nella Bibbia, che almeno in questo caso non può essere Parola di Dio. Esiodo dice che all’inizio (che è l’‘In principio della Genesi, copiato da Mosè) c’era uno ‘Spazio aperto e beante (cioè pieno di beatitudine), in cui c’era una ‘Entità fisica, personificata come una dea, cioè la Terra (Gaia, o Gea), la quale per partenogenesi, cioè senza essere stata fecondata (come la Vergine Maria: guarda un po’ la combinazione), diede origine agli dèi e agli uomini, che inizialmente erano dei giganti”.

“La Chiesa cristiana definisce la Bibbia Parola di Dio, al quale l’Antico Testamento attribuisce, nella sfera assoluta, un corpo umano perché Mosè dice di parlare con Lui ‘faccia a faccia’, che dalla bocca gli escono carboni ardenti e dalle narici nuvole di fumo, gli attribuisce una spalla, i piedi, facendolo passeggiare nell’Eden e così via. Ma lo presenta anche come un Dio battagliero, chiamandolo il ‘Re degli eserciti’, che pure qui la Chiesa traduce il ‘Re dell’Universo’, un altro tradimento dopo quello di ‘creò dal nulla’. Un Dio che maledice il suo popolo e ne fa stragi, e che si arrabbia continuamente, tanto che Mosè a un certo punto gli dice: ‘Calmati!’. Che sciocchezze!”.

“Ora la Chiesa non chiarisce nemmeno questi e tanti altri fatti assurdi, li accetta e si proclama, perché si dice ‘ispirata’ da Dio, Infallibile, Maestra insuperabile di verità e di fede, sostenendo addirittura che Dio ha ‘dettato’ la Bibbia ai profeti ‘come un capo d’azienda va dettando una lettera alla sua segretaria’. Io non credo che Dio se ne stia in panciolle, in uno stato di beata o indifferente oziosità, seduto sul suo trono con accanto a sé le altre due ‘persone’, a contemplare quel che accade nel mondo, e magari in tutti gli altri ‘universi’ sparsi nello spazio infinito. La sua è una ‘creazione continua’, come dimostra la tecnologia della nostra epoca, e come diceva Teilhard De Chardin, grande teologo e scienziato, scomunicato dalla Chiesa, insieme con Spinoza, perché era panteista”.

“Se, come dici tu, che su Dio e la Creazione hai scritto ben tre poemetti, per spirito s’intende l’energia nel suo stato sottile ed invisibile, che nella sfera relativa si fa concreta e visibile, come il fulmine, che nasce da una scarica elettrica invisibile, va bene, ma se per spirito la Chiesa intende un ‘corpo immateriale’ (che dovrebbe essere infinito e quindi non è un corpo) non si risolve niente, quel tipo di spirito già di per sé è nulla, quindi, stando alla Chiesa, abbiamo un Nulla, con l’enne maiuscola, che trae dal nulla la materia”.

Dio non si è fermato dopo aver fatto l’uomo (casomai ‘si è riposato’, come dice Mosè), ma continua ad operare nella sua cosiddetta creazione, e probabilmente improvvisa, mettendo in atto e sperimentando i suoi poteri, che possiede ma che se non li sperimenta non servono a nulla. Tanto è vero che Mosè dice che per ogni cosa che andava facendo prendeva atto se fosse buona o no (‘E vide ch’era buona’, ‘E vide che non era bene che l’uomo restasse solo’, dunque il male era già in Lui). Finché addirittura ‘si pentì’ di aver creato l’uomo e, dopo le tante stragi già compiute, col Diluvio sterminò l’intera umanità (trenta milioni di persone, compresi gl’innocenti, i bambini, i giusti, i savi) e persino gli animali, che non c’entravano niente, lasciando vivi solo Noè e i suoi familiari più una coppia per ogni specie di animali. Questa è, parafrasando d’Annunzio, ‘la favola bella che ieri ci illuse, che oggi ci illude’”.

“Quella della Bibbia, e della Chiesa cristiana, è una immagine antropomorfica e paganeggiante di Dio, e sono molti gli studiosi che lo dicono. Anch’io sono convinto che la tecnologia sia la dimostrazione lampante che Dio opera scientificamente, è il ‘Massimo Fattore’, come lo chiama Manzoni, l’Artefice Supremo”.

“Il computer, i cellulari, i droni e gli altri oggetti che ne derivano sono prodotti scientifici costruiti da Dio nella sua veste umana, il ‘miracolo’ più grande ch’Egli potesse fare. Sino ad oggi. I cellulari ce li portiamo addirittura in tasca, li tocchiamo con mano, come del resto l’aria che ci circonda, usiamo anche sui computer la Parola di Dio, parliamo, praticamente, insieme a Lui, ed ora il papa (che tempo fa definì il sesso un dono di Dio) ha detto che anche i gay (contro i quali io non ho assolutamente nulla, tanto più se penso all’amore di Orazio per Ligurino e a quello di Michelangelo per Tommaso Cavalieri) ‘possono sposarsi fra loro’. Ma non è questo che mi ha sorpreso, a un cero punto ha detto: ‘La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al sogno di Dio e della sua Chiesa’ (come se esistesse o valesse soltanto il Cristianesimo). Ora sappiamo che pure Dio sogna, s’illude e spera. ‘Parole non ci appulcro’”.     

                                                                                                              

Prima che si formasse l’universo

(quello che noi vediamo: una bazzecola

di fronte agli altri che ci sono stati,

ci sono adesso e ci saranno ancora),

 

c’era una massa d’energia sottile,

invisibile agli occhi ed impalpabile,

diffusa in uno spazio senza fine,

statica, impersonale ed ineffabile.

 

Ebbene, questa è la Divinità:

dicendo Dio la personifichiamo,

dandole pure un nome, anzi, più nomi,

circa una settantina in tutte quante

 

le religioni che ci sono al mondo.

C’erano dentro tutti gli elementi

primordiali: elettroni, neutroni,

protoni, positivi e negativi,

 

l’idrogeno, l’ossigeno, l’azoto,

l’etere, il litio, l’elio e così via,

precursori dell’acqua, della terra,

del fuoco e d’ogni cosa materiale.

 

In quello stato la Divinità               

era come se fosse addormentata,

in una sorta di beatitudine,

come un sonno profondo o come un’estasi.

 

Ad un certo momento l’energia

prese a vibrare, emettendo dei suoni,

come un bambino, che, uscito dal grembo

della madre, vagisce, o si lamenta.

 

Dio dunque fu la Voce e la Coscienza

della Divinità. Dalla sua Voce,

un insieme di suoni che, mischiandosi

fra loro in una serie innumerevole

di spostamenti e di combinazioni,

come le consonanti e le vocali,

formarono “in principio” la “Parola”

(in senso generale le parole),

 

da cui s’è sprigionato l’universo,

come il fulmine nasce da una scossa

dell’energia sottile che si rende

manifesta nel fuoco che l’accende.

 

La parola di Dio però non è

di certo quella che intendiamo noi:

è come sono i “dati” del computer,

che da frammenti d’energia sottile,

 

con un processo chimico, scientifico,

diventano parole. D’altra parte

come potrebbero i corpi celesti

galleggiare nel vuoto e contro cosa

 

gli uccelli sbatterebbero le ali

se non ci fosse appunto l’energia?

Dio poi nella sua sfera relativa

si fece uomo, ed è pertanto questa

 

la Trinità: Divinità, Dio, Uomo.

Che Gesù Cristo sia coeterno al Padre

è una fandonia, una contraddizione:

figlio, infatti, si nasce, “si diventa”

 

nel tempo, come padre. Queste sono

le fantasie dei “padri” della Chiesa,

che non erano allora così colti,

né tanto meno “ispirati” da Dio.

 

Se poi vogliamo spingerci più in là,

possiamo dire che non sempre Dio

conosce prima quello che farà.

Possiede certamente dei poteri

 

e come uomo molte cose fa

senz’averne già prima la coscienza,

come un bambino in cui la scienza è già,

però non ne conosce la potenza:

 

per saperlo la deve esercitare.

Così Dio certe volte avverte in sé

un impulso improvviso che gli dà

inconsciamente la sua stessa essenza.

 

Non c’è bisogno di pensare un Dio

come un Essere Primo, estraneo, esterno

all’energia, la quale di per sé

può in ogni caso esistere da sempre.

 

Platone in fondo non aveva torto

quando diceva questo: c’era tutto

ab aeterno, da lì sorse un demiurgo,

(dal greco démios, ‘che appartiene al popolo’,

 

ed érgon, che significa ‘lavoro’).

Fu lui che diede forma all’universo.

Se non fosse arrivato il Cristianesimo

a rovesciare la frittata, gli uomini

 

avrebbero seguito e sviluppato

il concetto dei Greci e dei Romani,

che non era perciò campato in aria.

I cosiddetti “padri della Chiesa”

 

s’inventarono Cristo quale figlio

del “Signore Dio Padre onnipotente”,

e gli fecero dire e fare cose

per fondare una nuova religione

 

che con la litania “Bisogna credere

per fede” fa una tale confusione

che i fedeli finiscono col cedere,

e non seguono, invece, la ragione.

 

(da In principio era la Parola: la Genesi a modo mio - Herald Editore)

Aggiornato il 27 ottobre 2020 alle ore 18:30