Cinema, radio, televisione. Elio Pandolfi – uno degli esponenti più prolifici dello spettacolo di casa nostra – è morto stanotte, a Roma, a 95 anni.

“Mi sentivo attore nato. Non era una scelta. Dovevo assolutamente fare l’attore. A tutti i costi!” aveva detto in un’intervista. Il diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica e la carriera iniziata alla fine degli anni Quaranta: prima i varietà radiofonici e dopo l’ingresso nella compagnia di Orazio Costa al Piccolo Teatro di Roma. Individuato da Luchino Visconti per il ruolo del cantante castrato nello spettacolo teatrale “L’impresario delle Smirne”, nel corso degli anni Cinquanta ha recitato insieme a Carlo Dapporto, Lauretta Masiero, Wanda Osiris, Febo Conti, Nino Manfredi, Antonella Steni, Carlo Giuffrè.

Nelle vesti di doppiatore Elio Pandolfi ha dato la voce a Jacques Dufilho e a Stanlio della coppia Laurel & Hardy in alcuni ridoppiaggi. Inoltre, tra gli altri ha doppiato Le Tont in “La bella e la bestia”, Groucho Marx (“I fratelli Marx al college”, “Una notte all’opera”), Philippe Noiret (“Colpo di spugna”), Anthony Perkins (“China Blue”), Peter Sellers (“Il grande McGonagall”). Ma anche Timothy Spall (“Il tè nel deserto”), Spencer Tracy (“La donna del giorno”), Clifton Webb (“Dodici lo chiamano papà”), Mickey Rooney (“Una notte al museo”).

Inoltre, ha preso parte a commedie come “Totò lascia o raddoppia?” di Camillo Mastrocinque, “Obiettivo ragazze” di Mario Mattoli, “Scanzonatissimo” di Dino Verde, “Rugantino” di Pasquale Festa Campanile, “Ferdinando e Carolina” di Lina Wertmüller.

Aggiornato il 11 ottobre 2021 alle ore 12:36