Azioni “tossiche” e bugiardini Consob

Titoli sui giornali: “La Finanza ha scoperto che i dirigenti di Banca Etruria e delle altre banche messe in liquidazione hanno dato disposizioni” perché agli sportelli fossero appioppate ai clienti come buone le “azioni subordinate, tossiche”.

Oh bella! Anche se non siamo di quelli che attribuiscono a destra ed a manca il brevetto a quelli che “non possono non sapere”, è assurdo pensare che in banche come quelle i dirigenti potessero ritenere di poter smaltire (percependo la commissione relativa) pacchi di azioni a rischio perdita del capitale, riuscendo a farle acquistare ad una clientela di piccoli risparmiatori, inducendoli ad una sorta di giuoco d’azzardo.

Che razza di banchieri sarebbero i dirigenti di vertice delle banche del dissesto se non avessero dato per scontato, all’atto dell’assunzione del “piazzamento” di quella robaccia, che agli acquirenti si sarebbe dovuto tenere accuratamente in ombra il rischio di perdere, come si dice a Roma, “unguento e pezza”? E la Consob? La Consob, che ha la responsabilità del controllo sulle banche, se la cava dicendo che negli scritti di illustrazione delle condizioni di acquisto di quelle azioni era specificato che c’era anche il rischio di una perdita totale. Per l’avvenire, poi, bontà loro, si vedrà di migliorare!

Ho inteso questa “giustificazione” subito dopo che la dottoressa che mi ha in cura, ad una mia osservazione circa una delle migliaia di pillole che debbo ingurgitare, avendole detto che sul “foglio illustrativo” c’era scritto non so più che cosa, mi ha ammonito severamente: “Lei quello che c’è scritto lì non lo deve nemmeno guardare per non confondersi le idee. Non lo sa che lo chiamano il bugiardino?”.

Così, quando la Consob ha tirato fuori la storia dei pensionati, clienti, per loro disgrazia di quelle banche più o meno “etrusche”, che avrebbero dovuto conoscere il rischio che correvano per aver letto le chilometriche “spiegazioni a stampa” per la clientela, ho detto: già, il bugiardino! La Consob si ripara dietro il bugiardino, per non aver vigilato sulle banche, i cui dirigenti non si domandavano come mai i pensionati andavano a giocarsi i loro magri risparmi di una vita in operazioni spericolate sul mercato della spazzatura azionaria e come mai il piazzamento di quella spazzatura risultasse così agevole ai loro sportelli, malgrado il bugiardino. Sarà, ma qui si tratta di parecchi, impudenti bugiardoni.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:31