Banche: scontro Consob-Bankitalia

La Commissione d’inchiesta sulle banche cancella il confronto “all’americana” fra Banca d’Italia e Consob dopo le testimonianze rese ieri in maniera separata. Il presidente Pier Ferdinando Casini ha spiegato come “possano ritenersi superate le criticità circa le possibili contraddizioni dell’audizione del 2 novembre”. “Dall’esame testimoniale non sono emerse discordanze su scambi di missive tra Bankitalia e Consob ma valutazioni divergenti su condotte”. Ai sensi del codice il confronto “presuppone non un disaccordo valutativo, ma su fatti e circostanze e non ritengo attivabile questo strumento”. La decisione dopo il botta e risposta tra Consob e Bankitalia in commissione di vigilanza sulle banche.

Secondo la Consob, Bankitalia non segnalò alla Consob “problemi” di Veneto Banca in vista dell’aumento di capitale del 2013, anzi indicò che l’operazione era “strumentale a obiettivi previsti dal piano per effettuare eventuali acquisizioni coerenti con il modello strategico della banca salvaguardando liquidità e solidità”. È quanto ha affermato ieri il dg della Consob, Angelo Apponi, nell’audizione in Commissione. “Le reazioni della Consob - ha spiegato ancora Apponi - dipendono dal tipo di informazioni e dalla convergenza di indizi. L’ispezione si fa quando esistono sufficienti indizi”. Sulla vicenda del prezzo delle azioni, poi, Consob ritiene “che sia stata seriamente trattata con una nota nel prospetto informativo che è il documento previsto dalle norme comunitarie, può piacere o no. All’epoca non avevamo indizi e infatti abbiamo proceduto quando ci hanno informato”. Apponi ha quindi ribadito che “se avessimo avuto segnali di quella profondità avremmo reagito in maniera diversa”. Secondo il dg di Consob la lettera di Bankitalia dell’8 maggio 2013 “non mi sembra che segnalasse una sofferenza, anzi prevedeva un’acquisizione”.

Nel novembre 2013 - ha replicato il capo della vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo - la Banca d’Italia segnalò alla Consob che il prezzo per l’aumento di capitale di Veneto Banca era “incoerente con il contesto economico, vista la crisi in atto” e considerate anche le “negative performance reddituali dell’esercizio 2012”. Barbagallo, sempre in Commissione banche, ha anche precisato che “l’informativa mandata alla Consob”, a suo parere, “era più che sufficiente a far scattare il warning”.

Aggiornato il 10 novembre 2017 alle ore 08:47