Enasarco: a rischio democrazia del cda

Luca Gaburro, Alfonsino Mei, Davide Ricci e Gianni Guido Triolo, membri del Cda Enasarco in rappresentanza di Confesercenti, Anasf e Federagenti Cisal, stigmatizzano quanto recentemente dichiarato dal presidente Costa in merito all’uso strumentale che alcuni consiglieri e delegati farebbero della propria posizione all’interno del consiglio d’amministrazione e dell’assemblea, e fanno appello alla funzione di vigilanza del ministero del Lavoro per il rispetto dell’autonomia e delle finalità dell’Ente.

“La Cisal, conferma Francesco Cavallaro, segretario generale della Confederazione, si schiera a fianco dei membri del Cda e dell’assemblea dei delegati Enasarco, affinché sia garantito a tutti i componenti degli organi della Fondazione il pieno diritto di manifestare le proprie opinioni nell’interesse dell’efficienza gestionale dell’Ente, frutto di una partecipazione libera ed attiva che deve mantenersi scevra da ogni tipo di condizionamento o pressione”.

Le affermazioni di Costa, che attraverso una pagina a pagamento di un diffuso quotidiano nazionale - destinata a illustrare il bilancio consuntivo Enasarco 2017 - parla di una “campagna di discredito anche a mezzo stampa” che non meglio identificati consiglieri starebbero perpetrando ai danni della Fondazione e “l’utilizzo delle assemblee e dei consigli per acquisire consensi per una prossima campagna elettorale” (che cadrà tra l’altro tra circa due anni), rappresentano opinioni personali non condivisibili e lesive dell’immagine del Cda e della Fondazione stessa. Per questo motivo, i quattro consiglieri fanno appello al ministero del Lavoro affinché intervenga per garantire a ogni membro del Cda Enasarco e degli altri organi dell’Ente l’esercizio di tutte le prerogative loro istituzionalmente attribuite, in primis il diritto di manifestare le proprie valutazioni sulla gestione dell’Ente, anche ove queste siano contrarie a quelle del Presidente.

A titolo meramente esemplificativo, alcuni interventi all’interno del Cda e dell’assemblea (questi ultimi espressi in particolare dall’unanimità dei delegati eletti in rappresentanza di Federagenti Cisal, Anasf, Confesercenti e, nell’ultima seduta dell’assemblea del 25 aprile scorso, Fiarc), hanno avuto come oggetto:

- alcune proposte di investimenti finanziari (private equity) e di società di gestione, non ritenute consone con gli interessi della Fondazione;

- la necessità di ridurre le spese per consulenze professionali, cresciute in modo significativo e concentrate su pochi soggetti;

- la revisione dei criteri di scelta dei legali che assistono la Fondazione, delle condizioni economiche agli stessi riconosciute per la loro attività, dei criteri di affidamento delle singole pratiche;

- la rinegoziazione delle condizioni economiche appannaggio dei fondi immobiliari che gestiscono il patrimonio della Fondazione (con rendimenti complessivamente negativi, secondo i dati del bilancio consuntivo 2017) e la razionalizzazione dei relativi comitati consultivi, che per come sono attualmente organizzati non consentirebbero ai membri del Cda di incidere significativamente a favore della Fondazione;

- l’internalizzazione di alcuni servizi erogati dalla Fondazione, in luogo dell’attuale esternalizzazione, per ridurre i costi;

- la necessità di introdurre un numero maggiore di sedute del Cda e dell’assemblea dei delegati dedicate all’analisi dei bilanci preventivo e consuntivo della Fondazione;

- la riorganizzazione delle sedi territoriali della Fondazione per ridurre le spese;

- l’ampliamento dei livelli di partecipazione e collegialità nelle scelte;

- la maggiore trasparenza gestionale;

- le modifiche a Statuto e Regolamenti per garantire un maggiore coinvolgimento dell’assemblea dei delegati nella gestione dell’Ente.

rito all’uso strumentale che alcuni consiglieri e delegati farebbero della propria posizione all’interno del consiglio d’amministrazione e dell’assemblea, e fanno appello alla funzione di vigilanza del Ministero del Lavoro per il rispetto dell’autonomia e delle finalità dell’Ente.

“La Cisal, conferma Francesco Cavallaro, segretario generale della Confederazione, si schiera a fianco dei membri del Cda e dell’assemblea dei delegati Enasarco, affinché sia garantito a tutti i componenti degli organi della Fondazione il pieno diritto di manifestare le proprie opinioni nell’interesse dell’efficienza gestionale dell’Ente, frutto di una partecipazione libera ed attiva che deve mantenersi scevra da ogni tipo di condizionamento o pressione”.

Le affermazioni di Costa, che attraverso una pagina a pagamento di un diffuso quotidiano nazionale - destinata a illustrare il bilancio consuntivo Enasarco 2017 - parla di una “campagna di discredito anche a mezzo stampa” che non meglio identificati consiglieri starebbero perpetrando ai danni della Fondazione e “l’utilizzo delle assemblee e dei consigli per acquisire consensi per una prossima campagna elettorale” (che cadrà tra l’altro tra circa due anni), rappresentano opinioni personali non condivisibili e lesive dell’immagine del Cda e della Fondazione stessa.

Per questo motivo, i quattro consiglieri fanno appello al ministero del Lavoro affinché intervenga per garantire a ogni membro del Cda Enasarco e degli altri organi dell’Ente l’esercizio di tutte le prerogative loro istituzionalmente attribuite, in primis il diritto di manifestare le proprie valutazioni sulla gestione dell’Ente, anche ove queste siano contrarie a quelle del presidente.

A titolo meramente esemplificativo, alcuni interventi all’interno del Cda e dell’assemblea (questi ultimi espressi in particolare dall’unanimità dei delegati eletti in rappresentanza di Federagenti Cisal, Anasf, Confesercenti e, nell’ultima seduta dell’assemblea del 25 aprile scorso, Fiarc), hanno avuto come oggetto:

- alcune proposte di investimenti finanziari (private equity) e di società di gestione, non ritenute consone con gli interessi della Fondazione;

- la necessità di ridurre le spese per consulenze professionali, cresciute in modo significativo e concentrate su pochi soggetti;

- la revisione dei criteri di scelta dei legali che assistono la Fondazione, delle condizioni economiche agli stessi riconosciute per la loro attività, dei criteri di affidamento delle singole pratiche;

- la rinegoziazione delle condizioni economiche appannaggio dei fondi immobiliari che gestiscono il patrimonio della Fondazione (con rendimenti complessivamente negativi, secondo i dati del bilancio consuntivo 2017) e la razionalizzazione dei relativi comitati consultivi, che per come sono attualmente organizzati non consentirebbero ai membri del Cda di incidere significativamente a favore della Fondazione;

- l’internalizzazione di alcuni servizi erogati dalla Fondazione, in luogo dell’attuale esternalizzazione, per ridurre i costi;

- la necessità di introdurre un numero maggiore di sedute del Cda e dell’assemblea dei delegati dedicate all’analisi dei bilanci preventivo e consuntivo della Fondazione;

- la riorganizzazione delle sedi territoriali della Fondazione per ridurre le spese;

- l’ampliamento dei livelli di partecipazione e collegialità nelle scelte;

- la maggiore trasparenza gestionale;

- le modifiche a Statuto e Regolamenti per garantire un maggiore coinvolgimento dell’assemblea dei delegati nella gestione dell’Ente.

Aggiornato il 05 maggio 2018 alle ore 14:57